Scale chiuse a Lambioi per gli utenti e sui gradini bottiglie d’acqua
BELLUNO. Confezioni di acqua naturale sulle rampe di Lambioi. Chi è passato per le scale mobili, ieri, si è trovato davanti un’immagine quanto meno originale: una fila ordinata di bottiglie di acqua, formato da due litri in confezione da sei (quella classica, da supermercato) disposte sui gradini delle scale mobili. Sei confezioni per ogni scalino. Ieri era il giorno delle prove di carico, parte del piano di manutenzioni decennali in corso.
Su ogni rampa sono state caricate 354 confezioni di acqua, perché le verifiche richiedevano un peso di oltre quattro tonnellate (4248 kg per la precisione) per controllare la “tenuta” della scala mobile. Obiettivo delle prove era, infatti, verificare che la scala si arrestasse in un tempo brevissimo e senza “ritorno”. Ovvero senza creare quel contraccolpo che farebbe cadere le persone, in caso fosse necessario bloccare la scala all’improvviso. Tutto è andato bene.
Ma grande è stata la curiosità dei passanti nel vedere quella lunga fila di bottiglie sistemate sugli scalini delle rampe. «Certo che ne consumano di acqua gli operai, per lavorare...», si è lasciata scappare una signora, prima di affrontare la salita verso il centro storico attraverso la scala esterna. In realtà, come detto, le bottiglie servivano solo per creare quel peso necessario per effettuare il test.
Questa fase delle verifiche decennali si è conclusa ieri sera. Venerdì ci saranno invece le prove sui sistemi di sicurezza. Le rampe saranno chiuse solo per il tempo necessario alle verifiche.
Quello delle scale mobili di Lambioi è classificato come impianto a fune, ed è sottoposto a manutenzioni mensili, trimestrali, quinquennali e decennali. Le verifiche di ieri sono state effettuate insieme al personale dell’Ustif, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero delle Infrastrutture. È la seconda volta che vengono fatte: si svolgono ogni dieci anni e la scala è stata aperta nell’agosto del 1998. La sua vita utile, come quella di ogni impianto è fune, è di trent’anni. Fra dieci anni, dunque, servirà un lavoro straordinario per mantenerla in funzione. —
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