«Scambiamoci un “sani” incrociandoci sui sentieri»

Pieve. Su richiesta degli anziani, la Magnifica chiede di riprendere l’antica usanza «Non solo per educazione: se saluti, memorizzi i volti. E può servire se ci si perde»
Di Gianluca De Rosa
Cortina D'Ampezzo, 18 luglio 2007. Il sentiero che dalla curva di Sant' Uberto porta al cason di Antruiles. Turisti in gita
Cortina D'Ampezzo, 18 luglio 2007. Il sentiero che dalla curva di Sant' Uberto porta al cason di Antruiles. Turisti in gita

PIEVE DI CADORE. Buongiorno o buonasera; ma anche un più semplice "sani", come tradizione montanara vuole. Salutarsi è un gesto spontaneo, ma al giorno d’oggi sempre meno usato. Un gesto indice di buona educazione ma anche di civile convivenza, da attuare soprattutto nei luoghi di montagna, con un occhio di riguardo per i sentieri. Sentieri lungo i quali il saluto è sempre stato considerato un gesto sacro: ma questo, oggi, in pochi lo sanno.

Capita sempre più spesso di incrociare persone poco propense a scambiarsi anche un semplice cenno d’intesa con il capo, anche laddove il tracciato è ristretto o impervio, magari si cozza l’uno contro l’altro, e serve un po’ di collaborazione per superarlo. Ecco perché, sotto la spinta degli anziani cadorini, che lamentano più di ogni altro una scarsa propensione al saluto, soprattutto da parte delle nuove generazioni, la Magnifica non ha fatto orecchie da mercante; e ha pensato di promuovere una campagna di sensibilizzazione a favore del saluto nei luoghi di montagna; sui sentieri, sulle ferrate, certamente: ma non solo lassù, visto che la buona pratica può essere esportabile ad ogni circostanza quotidiana, dal bar alla strada passando per le scuole o in macchina.

«Riportiamo il saluto al centro delle nostre giornate», fa sapere la Magnifica attraverso il suo mezzo di comunicazione per eccellenza, “Il Cadore”, «al di là della formula, è fondamentale rilanciare la vecchia pratica del saluto a cui i nostri anziani erano particolarmente legati». Il grido di protesta giunge proprio dalle fasce più sensibili della società moderna, persone abituate a valori forti da coltivare, sinonimo di rispetto, augurio di salute e benessere. Una lezione di buona educazione sulla quale la Magnifica rilancia ulteriormente: «Sarebbe meraviglioso istituire nel 2017 l'anno del saluto».

È questa la proposta; simbolica, perché di regole scritte da mettere in atto in questo specifico caso non ce ne sono.

Eppure molto si può fare, non solo per motivi legati solo all'educazione. Perché un saluto lungo i sentieri in quota può essere anche di aiuto. Salutare una persona, infatti, può agevolare nel memorizzarla, ricordandola qualora la stessa dovesse magari perdersi. Spesso poi il saluto è alla base di nuove amicizie ed improvvisate collaborazioni, elementi che in montagna possono tornare utili in caso di difficoltà.

«Ma rilanciare la pratica del saluto può aiutare anche a rendere un luogo come il nostro Cadore maggiormente ospitale nei confronti dei turisti che vengono a trovarci», sottolinea il presidente della Magnifica, Renzo Bortolot.

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