Scampò il Vajont non la piena

Al cimitero di Fortogna il ricordo del medico Trevisan e del benzinaio De Valerio

LONGARONE. A 50 anni dalla tragica alluvione del 1966 l’amministrazione comunale ha voluto ricordare i due morti del paese, ovvero Angelo De Valerio e l’amatissimo dottor Gianfranco Trevisan. Si è così svolta una semplice e ma partecipata cerimonia al cimitero delle vittime del Vajont di Fortogna, luogo dove è sepolto Trevisan per suo stesso volere, unica salma non vittima del 9 ottobre insieme al vescovo Gioacchino Muccin.

Trevisan era stato il medico condotto della Longarone post Vajont, una delle poche figure di riferimento rimaste per la comunità dei superstiti che aveva perso tutto, compreso sindaco, farmacista e parroco. Il suo instancabile lavoro sia per il riconoscimento delle salme nei mesi successivi al disastro e la sua determinandone negli anni della ricostruzione per un paese che non abbandonò mai, gli valsero la medaglia d’argento per i meriti nella sanità pubblica, divenuta d’oro dopo la morte.

Il destino lo portò alla morte nella sera del 4 novembre di 50 anni fa nelle acque del Maè mentre era in servizio per raggiungere un paziente a Fortogna. A bordo della sua macchina c’era anche Angelo De Valerio, il benzinaio di Castellavazzo a cui aveva dato un passaggio per raggiungere Ponte nelle Alpi per avere notizie del fratello durante quella drammatica giornata di pioggia torrenziale. L’attraversamento del ponte crollato sul Maè fu fatale ad entrambi, con i corpi e il relitto dell’auto ritrovati tra il 7 e il 10 novembre. Fu un durissimo colpo per Longarone pochi anni dopo il Vajont.

«Un ricordo speciale da parte di tutta la comunità di Longarone e Castellavazzo – ha detto il sindaco Roberto Padrin, citando anche una testimonianza dell’ex vicesindaco Bruno Pradella – in particolare per la memoria del dottor Trevisan. Da quando, alla fine degli anni cinquanta, divenne il medico condotto di Longarone ha presto conquistato il cuore di tutti. Era una personalità davvero fuori dal comune, attivo nella vita del nostro territorio anche durante i momenti difficili come il Vajont e la ricostruzione. Per questo la nostra comunità non potrà mai dimenticarlo».

Presenti il parroco don Gabriele Bernardi per una benedizione, molti parenti delle due figure tra cui i tre figli di Trevisan e la sorella di De Valerio, alcuni amministratori del passato e tanti cittadini, ex pazienti dell’epoca che ancora conservano viva la memoria e l’affetto per Trevisan. (e.d.c.)

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