Scatta l’allarme cinghiali per i prati fioriti di narcisi

La guardia è alta in vista di una visita in provincia di naturalisti da tutta Europa. Se n’è parlato all’interno di un convegno nel quale si è discusso di trappole e lupi

LENTIAI. Il 22 e 23 maggio arriveranno naturalisti da tutta Europa ad apprezzare i prati di narcisi bianchi di Lentiai e Lamon. Ma rischiano di trovare la devastazione, quella dei cinghiali. L’allarme è stato lanciato l’altra sera, in un convegno con numerosi relatori, durante il quale è stata posta la necessità di intervenire drasticamente per allontanare gli attila a quattro zampe:«I cinghiali, al di là dei tanti problemi che provocano, danno la caccia ai bulbi dei narcisi. Narcisi, tra l’altro, che crescono nei prati rasati, non in quelli incolti», ha spiegato il naturalista Michele Cassol.

Cesare Lasen ha spiegato che i narcisi di Lentiai, di Mel e di altri paesi costituiscono, per l’estensione che hanno, un fatto straordinario, singolare. «Sono macchie bianche che si palesano in tutto il loro interesse perfino a chilometri di distanza quando le cattura il sole». Basta salire a Malgagarda per rendersene conto. Ma proprio in questo sito – siamo sulle alture di Lentiai – i cinghiali hanno portato devastazione già nel 30 per cento dei pascoli. Lo ha denunciato al convegno un dirigente dell’Unione montana, Piero da Ronch.

Peggio ancora è andata a Malga Canidi, in comune di Mel, dove gli animali selvatici hanno arato di notte circa il 75 per cento dei pascoli. Quando saliranno gli allevatori per montare la malga, troveranno l’inferno. Anzi, per la verità, l’hanno già riscontrato e adesso potrebbero chiedere addirittura i danni. Walter Argenta, che ha immortalato i prati si mette le mani nei capelli, immaginando cosa (non) potrà fotografare. I convegnisti si sono trovati d’accordo nel sollecitare interventi decisivi, “ultimi” per così dire, nella radicazione dei cinghiali. Ed i lupi – è stato ricordato – rappresentano l’antidoto che può dare i risultati più efficaci. Portare il lupo, dunque, in Valbelluna? «E’ assolutamente ridicolo», risponde Gianmaria Sommavilla, comandante dei Forestali, «in Italia, da nessuna parte, si reintroduce il lupo, che è un pericoloso predatore, semmai l’orso».

I danni, però, chi li paga? «I cinghiali si possono contenere e la Provincia come la Regione hanno attivato i necessari programmi di controllo" conferma Sommavilla. Le trappole utilizzate sui Colli Euganei da queste parti si rivelerebbero inefficaci. «Ci rendiamo conto delle difficoltà», conclude Lasen, «ma probabilmente ci vuole un ulteriore giro di vite, perché il nostro territorio ha delle ricchezze di cui neppure è consapevole».

L’anno scorso il naturalista feltrino è stato a Graz, in Austria, insieme a numerosi esperti e per trovare situazioni analoghe ha dovuto sopportare due ore di pullman. «Qui abbiamo queste risorse sulla porta di casa. Dobbiamo assolutamente proteggerle».

L’appuntamento con i naturalisti europei non riguarda specificatamente i narcisi, ma la capacità del territorio di conservare un bene prezioso come sono i pascoli, i prati. «Oggi, decisamente troppi sono abbandonati» lamenta Cassol, che al convegno ha presentato, insieme ad altri, un vademecum di proposte di valorizzazione turistica. Turistica ma naturalistica, proprio perché questa è oggi la grande richiesta di chi cerca momenti di relax naturale. «Sarebbe già molto – conclude Cassol – se la nostra gente ritornasse a falciare l’erba, i prati, come faceva un tempo». Lo fa con fatica, anche se pagata.

Francesco Dal Mas

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