Scende in strada la supercar Asfanè Diecidieci

Grande attesa per i primi chilometri su strada della Asfané Diecidieci, ultima creatura del designer bellunese Giorgio Pirolo e del costruttore Paolo Mancini. Dopo anni di disegni, studi, modelli in scala e 1:1, (il primo schizzo è del 1999) è giunto finalmente il debutto per la supercar ibrida destinata a rimanere nella storia dell’auto.
Debutto su strada
«Il 31 maggio», anticipa Pirolo, «la nostra nuovissima macchina uscirà dalla Factory & Showroom Casa Frangivento di Moncalieri e imboccherà la Torino-Savona per percorrere i primi chilometri in strada alla volta del Principato di Monaco dove, il 2 giugno all’Ambasciata d’Italia, in occasione della Festa della Repubblica e alla presenza del nostro ambasciatore Cristiano Gallo, la nostra vettura sarà svelata al principe Alberto di Monaco e ai più importanti nomi dell’imprenditoria locale». Il 30 maggio ci sarà invece la presentazione ufficiale al Mauto (il Museo dell’auto di Torino).
Dedicata a chi sogna
«Per i miei 40 anni», sorride Giorgio Pirolo, « mi faccio un regalo da 1.010 cavalli e 350 km/h (autolimitati). Voglio sfidare la Bugatti con un prodotto totalmente italiano ed ecocompatibile. La dedico a tutti i giovani che hanno un sogno nel cassetto e sacrificano una vita per realizzarlo. Il grazie va a Paolo Mancini, il mio socio in questa impresa, che mi ha permesso di realizzare questo sogno: insieme abbiamo reso marciante l’auto con la possibilità di poterla guidare, come coronamento di una carriera iniziata 20 anni fa. Frangivento è l’ultima auto che disegno».
Tante novità
Tante le novità messe in campo da Pirolo. Quello che tre anni fa era solo un concept presentato al Salone di Torino 2016, che anticipava la propulsione elettrica ad alte prestazioni e sfidava i grossi nomi dell’industria automobilistica mondiale, ora diventa realtà. Asfané Diecidieci (il nome deriva dal detto piemontese “as fa nen”, “non si può fare”) avrà una scocca battuta a mano in alluminio, trazione integrale, motore termico con turbocompressore volumetrico unito a due motori elettrici sull’asse anteriore.
Grintosa con stile
Numerose anche le innovazioni stilistiche, come ad esempio il volto di una donna sul volante, che va a formare il nuovo logo e ad aggiungersi all’iconografia dei simboli che caratterizzano il brand FV Frangivento, «che sempre più vuole avvicinarsi al modo della moda». Tre cerchi, di cui quelli laterali più piccoli incorporano la F e la V mentre quello centrale propone il profilo stilizzato di una donna, che soffia via una preziosa corona in cambio della libertà. «Il volto di colore azzurro personifica la bellezza dell’Italia». Poi le maniglie interne a forma di pistole dorate: impugnando la pistola e schiacciando il grilletto la porta si apre sollevandosi verso l’alto. «Il messaggio che voglio lanciare è duplice: anzitutto il puntare sempre in alto, rivolto ai giovani per il raggiungimento dei loro sogni, e poi il richiamo allo starter delle gare di atletica». Poi il primo esemplare della Frangivento potrà circolare per le strade italiane per i vari collaudi con la targa prova. Una targa che porta il nome degli stessi creatori Pirolo e Mancini.
La nuova società
Novità anche per quanto riguarda l’assetto societario. I due amici fondono i loro nomi danno vita a Pirman e creano Casa Frangivento, «un luogo di incontro di eccellenze made in Italy», con sede operativa in corso Savona 36 a Moncalieri. Lì, nel Centro Stile guidato dalla matita di Giorgio Pirolo e dalla progettualità di Paolo Mancini, vengono disegnate, progettate e costruite le Frangivento. Oltre 50 persone fra progettisti e ingegneri sono coinvolti nello sviluppo progettuale della Frangivento. Un reparto interno di tailor made è dedicato interamente alla conciatura delle pelli e ai rivestimenti di sedili e plance. E sono già una quindicina le aziende coinvolte nel network operativo della Piattaforma Frangivento. Fra queste anche la veneta OZ Racing (cerchioni), che va ad aggiungersi ad altri grandi nomi dell’industria italiana, come Pirelli, Brembo e Sparco.
Insomma, prosegue a grandi passi la corsa di questa prima hypercar made in Italy a propulsione elettrica e ibrida. «Una storia tutta italiana», conclude Pirolo, «ad indicare che, se ci sono le idee, l’applicazione, la collaborazione nessuna sfida è impossibile. Ed è questo il messaggio che vogliamo lanciare ai nostri coetanei che, in tantissimi ambiti, hanno capacità e voglia di fare». —
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