Scendono lungo le piste, dieci scialpinisti multati sul Nevegal
BELLUNO. In due sono stati pizzicati sulla Coca Alta. Altri otto sul Raccordo Col dei Pez. Dieci scialpinisti sono stati sanzionati dai carabinieri giovedì sera, nell’ambito di una serie di controlli fatti per far rispettare l’ordinanza in vigore. Risale al 2010, vieta agli scialpinisti di scendere lungo le piste quando gli impianti sono chiusi, ma gli appassionati sembrano non curarsene più di tanto.
Lo scialpinismo è pratica sempre più diffusa, anche sul Nevegal. Gli appassionati salgono fuori pista, ma per tornare al piazzale usano la Coca o una delle altre piste del comprensorio. Vietato dall’ordinanza, per ragioni di sicurezza: la sera e di notte le piste vengono battute e ci sono i macchinari in movimento. I carabinieri si sono appostati proprio sulle piste, e hanno fermato dieci persone. Tutte dovranno pagare una multa di 50 euro. Qualcuno è stato anche inseguito con la motoslitta, perché alla vista dei militari ha cercato di allontanarsi in fretta. Mossa fallita.
La presenza dei carabinieri sul Colle, giovedì sera, non è sfuggita a chi si trovava in zona. Ieri sui social network si è sviluppata un’articolata discussione, che ha riproposto l’eterna diatriba fra chi spinge affinché lo scialpinismo si possa praticare senza restrizioni e chi invoca il rispetto delle regole. Che ci sono.
L’ordinanza del 2010 parla chiaro (anche se alcuni utenti sostengono sia nulla perché la società che gestisce gli impianti è cambiata e la vecchia Nis non esiste addirittura più). Le piste non si possono utilizzare quando gli impianti sono chiusi. Ne va anche del rispetto per chi ne ha la gestione: «Di giorno abbiamo utenti che pagano per sciare, e meritano di trovare le piste in condizioni ideali», spiega il direttore dell’Alpe del Nevegal Piero Casagrande. «Garantiamo un servizio, battiamo le piste a chiusura degli impianti, se qualcuno dopo ci scia sopra, per lo più gratis, le rovina».
«Se gli scialpinisti scendono lungo la Coca o le Erte di notte è giusto multarli», scrive un utente fra le pieghe della discussione online. «Ecco a voi la disfatta del Colle», ribatte un altro. Eccolo, l’eterno dilemma. Ma fra consentire e vietare, l’Alpe sceglie la via di mezzo: «Non siamo certo contrari a questa pratica, tant’è che di recente abbiamo ospitato una gara con 160 partecipanti», conclude Casagrande. «Ma ci sono regole da rispettare. Come società sosteniamo dei costi e ci assumiamo delle responsabilità, durante la notte gli scialpinisti non possono scendere lungo le piste». Sulla sicurezza vigilano le forze dell’ordine. Che assicurano: i controlli continueranno.
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