Schianto con gli slittini: tre assoluzioni
CORTINA. Schianto sugli slittini: nessun colpevole. Il giudice di pace Bottoli ha assolto dal reato di lesioni colpose gravissime Fabrizio Soravia e Giovanni e Luigi Pompanin. Accolte le richieste dei difensori Paolo Ghezze, David Pellizzaroli e Nives Zanon, mentre il pubblico ministero Tricoli aveva chiesto l’assoluzione solo di Giovanni Pompanin e la condanna a mille euro di multa per gli altri due.
Infortunata una coppia di fidanzati sardi, che erano stati soccorsi e ricoverati in prognosi riservata. Fabio Cherchi risulta purtroppo in stato vegetativo e si muove su una carrozzina; Elena Curreli ha riportato lesioni così gravi da avviare una causa civile, per chiedere oltre un milione di danni. I fatti sono del 26 gennaio di sei anni fa. Verso le 23, alla fine di una cena al rifugio Col Drusciè, che avevano raggiunto con la funivia Freccia del Cielo, Cherchi e Curreli erano scesi con lo slittino lungo una pista del comprensorio sciistico delle Tofane, insieme a un gruppo di una ventina di persone inesperte. Dovevano raggiungere Socrepes e l’istruttore della discesa era Soravia.
Arrivati nei pressi di un ristorante di Rumerlo, uno dei componenti della comitiva non si è fermato, preferendo proseguire in solitaria, lungo un tratto di tracciato diverso da quello concordato, riuscendo a fermarsi vicino alle reti di protezione. Cherchi e Curreli prenderanno la stessa decisione, ma l’uomo andrà a sbattere contro le reti, sradicandole e capovolgendosi; la donna finirà la propria corsa nel parcheggio, cadendo dalla slitta.
La procura della Repubblica contestava le lesioni in concorso all’accompagnatore Soravia e a Luigi e Giovanni Pompanin quali presidente e capo servizi della società Ista Spa, perché avevano consentito in orario notturno e dopo l’orario di chiusura l’utilizzo della pista da sci a persone inesperte nell’uso dello slittino.
Ghezze ha sottolineato la carenza totale di prove per Luigi Pompanin: la Ista non doveva autorizzare la discesa lungo un tracciato che comunque era battuta, in buone condizioni e non presentava insidie. Quanto a Giovanni Pompanin, non poteva avere responsabilità, poiché gli impianti erano chiusi. Zanon ha sottolineato il fatto che Soravia aveva istruito tutti, munendoli di una torcia e raccomandandosi di seguirlo e fermarsi a ogni ordine. Per il giudice, l’incidente è avvenuto per imprudenza dei ragazzi, che non hanno seguito le indicazioni. (g.s.)
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