Schianto mortale «Ho bevuto una grappa ma dopo l’incidente»
Grappa dopo l’incidente. C’è una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio stradale, con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza, a carico di Manuel Vendrami. Dopo lo schianto del 14 luglio dell’anno scorso, a Villa di Villa, che è costato la vita a Piera Fugazza, l’uomo è stato sottoposto all’esame dell’alcoltest, che ha dato un risultato chiaro: 1,70. Tre volte abbondanti oltre il consentito.
Ma la madre ha spiegato agli agenti della Polstrada di essere stata lei a dare al figlio un bicchierino e mezzo di acquavite, vedendolo arrivare a casa preda a un grande spavento. L’abitazione è a poche decine di metri dal luogo del sinistro, ma l’indagato aveva firmato un verbale nel quale assicurava di non essersi allontanato, prima di sostenere a sua volta di essere andato a bere un alcolico dalla madre.
Alla famiglia di Pietra Fugazza un acconto è già stato versato, ma è pendente anche una causa civile, accanto al procedimento penale che giovedì vivrà la fase dell’udienza preliminare, con rinvio a giudizio o il proscioglimento.
Lo schianto è di metà luglio dell’anno scorso. Mancano pochi minuti alle 19.30 e in via Fabris l’asfalto è viscido per la pioggia. Su una Citroen Picasso stanno viaggiando Paolo Cesa alla guida e Piera Fugazza sulla poltrona del passeggero. Compagni da una vita, stanno tornando a casa dopo aver comprato della carne nella macelleria di Villa di Villa.
Alla fine di un breve tratto di rettilineo vedono una Seat Ibiza di colore giallo spuntare da una curva e invadere la loro corsia. L’impatto sarà inevitabile e molto violento: il muso dell’Ibiza sbatte contro la parte anteriore destra della Picasso, proprio dove è seduta Fugazza, che ai soccorritori appare subito in gravi condizioni e viene trasportata all’ospedale di Feltre. Cesa soffre traumi guaribili in cinque giorni e l’altro conducente, Vendrami, se la cava con dieci giorni di prognosi.
«Qui è cominciato un vero calvario per la donna, che a causa di una serie di complicanze non è uscita viva dall’ospedale», spiega Claudio Dal Borgo, responsabile della sede bellunese di Giesse, «per 50 giorni, si sono susseguiti ricoveri in Chirurgia, Pneumologia e Terapia intensiva fino al decesso di settembre».
Manuel Vendrami soffia nell’etilometro e ha senz’altro bevuto, al di là della questione della grappa. A distanza di tempo presenterà due ricorsi, per contestare la tempistica con la quale è stato sanzionato, le cause che hanno portato all’invasione della corsia e il ritiro della patente, che gli verrà restituita dal giudice di pace Bottoli perché non è stato provato che l’uomo non si sia allontanato prima dell’arrivo della pattuglia.
Secondo l’indagato la causa della perdita del controllo sarebbe dovuta a un tombino, in corrispondenza del quale altre cinque persone avrebbero avuto problemi, ma la circostanza è stata smentita dalla polizia: nessuna denuncia e nessuna segnalazione al Comune. La parola passa al gup Marson. —
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