Schianto sul monumento ai caduti e fuga
FELTRE. Schianto contro un monumento ai caduti. Ma anche il tentativo di investire l’appuntato della pattuglia dei carabinieri di Feltre, che era intervenuta sul luogo dell’incidente, e di speronare la gazzella, prima di svignarsela in stato di ebbrezza. C’è anche un cartello stradale abbattuto, prima dell’alcoltest, che dirà 2,23 al primo soffio e 2,32 al secondo.
Un moldavo di 29 anni è finito a processo per resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza ed è stato condannato dal giudice Cittolin a nove mesi di reclusione per il primo reato e a un anno e sei mesi di arresto, 8 mila euro di ammenda, confisca dell’auto e revoca della patente per il secondo. Dopo la richiesta del pubblico ministero Tricoli, è toccato al difensore Piller Roner cercare di limitare i danni.
Serata movimentata il 28 agosto di due anni fa, quando l’imputato, che da qualche tempo è residente a Lentiai, sale sulla sua Peugeot, anche se non sarebbe in grado di guidarla. Ha bevuto qualcosa di troppo e causa immancabilmente un incidente, andando a sbattere addirittura contro il monumento di viale Farra. Intervengono i militari della stazione di Feltre: a bordo dell’auto di servizio ci sono un appuntato e un carabiniere scelto, che non possono immaginare quello che dovranno passare. Forse pensano di dover fare soltanto i rilievi, anche se di un incidente un po’ diverso da quelli a cui sono abituati. Invece l’atteggiamento dell’uomo è fin da subito ostile. Tenta di investire il più alto di grado e di urtare l’autovettura, mentre sta provando a fuggire in direzione Lentiai. Se ne va verso casa, ma non senza provocare degli altri danni. Non essendo in grado di guidare in condizioni di sufficiente sicurezza, non mancano ulteriori urti con altrettanti veicoli, che hanno l’unica colpa di essere parcheggiati lungo la via di fuga che ha scelto e finisce anche contro un cartello stradale che viene abbattuto.
I carabinieri lo inseguono e, dopo averlo bloccato, non possono non sottoporlo all’esame dell’alcoltest: le condizioni dell’automobilista sono chiare, al di là di quello che ha già combinato. Dopo le soffiate, lo strumento emette uno scontrino dall’esito scontato: il tasso alcolemico è comunque sopra i due grammi per litro di sangue. Ci sono tutti i motivi per finire a processo, oltre tutto c’è anche la resistenza a pubblico ufficiale.
La richiesta dell’accusa è stata adeguata ai fatti e l’arringa poteva al massimo tentare di abbassare la misura della condanna.
Il giudice Cittolin ha condannato l’uomo a 9 mesi di reclusione per la resistenza a pubblico ufficiale, mentre per la guida in stato di ebbrezza a un anno e sei mesi di arresto, 8 mila euro di ammenda, accanto alla revoca della patente e alla confisca della Peugeot, che sarà venduta.
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