Scialpinismo sul Nevegal: «Serve un regolamento»
BELLUNO. Una discesa di polemiche. La notizia delle dieci multe elevate ad altrettanti scialpinisti sul Nevegal, giovedì sera, ha scatenato il popolo della rete. Ci sono delle regole, e vanno rispettate per ragioni soprattutto di sicurezza, ma quello che gli appassionati di scialpinismo chiedono è che la pratica venga regolamentata. E che si faccia anche chiarezza perché l’ordinanza del 2010 permette la discesa solo lungo le piste Faverghere, mentre l’Alpe del Nevegal ha adibito altri due percorsi (quello delle Creste e il tracciato che dal rifugio Bristot scende verso Malga Col Toront e arriva al Ristoro campo scuola) per gli appassionati di questa disciplina.
«Prendiamo la multa se scendiamo lungo questi percorsi?», chiede un utente. Qualcuno addirittura sostiene che basterebbe un ricorso per non pagare la sanzione, perché l’ordinanza è stata fatta ai tempi in cui gli impianti sul Colle venivano gestiti dalla Nis e oggi la società non esiste più. A sgombrare il campo da ogni dubbio ci pensa il comandante della polizia locale Gustavo Dalla Ca’. Era stato lui a firmare l’ordinanza nel 2010, a seguito di una nota della Nis e di un ordine del giorno del consiglio comunale.
«Non c’entra nulla che sia stata firmata ai tempi della Nis», spiega. «L’ordinanza disciplina il comportamento da tenere sulle piste, anche da parte degli scialpinisti. Non l’ha fatta la Nis. Nelle premesse si può richiamare quello che si vuole, è il dispositivo quello che conta». E nella parte “ordina che” si indicano comportamenti validi a prescindere dal gestore degli impianti, continua Dalla Ca’.
E se gli scialpinisti dovessero usare gli altri percorsi adibiti dall’Alpe? Rischiano la multa? «No», afferma Dalla Ca’. «Basta che non scendano lungo le piste». Come stavano facendo i dieci scialpinisti fermati e sanzionati dai carabinieri giovedì sera sulla Coca alta e sul Raccordo.
Nella discussione è stato tirato in causa anche l’assessore allo sport Biagio Giannone, che assicura si interesserà al problema: «Bisogna trovare il giusto compromesso fra le esigenze degli scialpinisti, quelle della società (che rappresenta la forza del nostro Colle) e il rispetto delle normative». Giannone ascolterà tutte le parti in causa per tentare una regolamentazione del settore, che manca da anni. C’è un’ordinanza, ma non un regolamento, e forse è giunto il momento di elaborarne uno.
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