Sciopero degli infermieri «Carichi di lavoro pesanti»

BELLUNO. Infermieri e operatori socio sanitari in sciopero domani per protestare contro il mancato rinnovo del contratto e per chiedere assunzioni con l’obiettivo di riequilibrare i carichi di lavoro....

BELLUNO. Infermieri e operatori socio sanitari in sciopero domani per protestare contro il mancato rinnovo del contratto e per chiedere assunzioni con l’obiettivo di riequilibrare i carichi di lavoro.

L’astensione del lavoro è stata indetta dalle sigle sindacali Nursing up e Nursind e interessa tutto il personale infermieristico italiano. Tanto che una ventina di professionisti bellunesi saranno domani a Roma per la manifestazione e il corteo di protesta. Sospeso, invece, lo sciopero dei medici ospedalieri previsto sempre per domani.

Per i cittadini bellunesi potrebbe esserci qualche disagio, soprattutto nei reparti quali laboratorio analisi, trasfusionale, Radiologia e negli ambulatori specialistici: in poche parole, in tutte le unità operative in cui non devono essere garantire le urgenze. Per i reparti normali e per il Pronto soccorso, infatti, il personale sarà precettato e il servizio sarà garantito, come è giusto che sia, visto che si tratta di prestazioni di emergenza che devono avere una risposta immediata.

La situazione è esplosa nelle settimane scorse, quando non è stato raggiunto l’accordo con l’Aran sul rinnovo del contratto scaduto da decenni, ma il malessere tra gli infermieri dura da diversi anni e ha radici più profonde. «Siamo ormai allo stremo», spiega Lorella Vidori del Nursing up bellunese. «A causa del blocco del turn over, il personale infermieristico (che nell’Usl 1 Dolomiti è pari a 1.395 unità) è sempre più “vecchio”, con una media di 45-50 anni».

Richiesto anche un carico di lavoro molto pesante: «A fronte della diminuzione del personale, ci viene chiesto di garantire la stessa qualità e quantità del servizio, cosa difficile da realizzare. Basta solo che una persona si ammali e salta tutto».

Gli infermieri chiedono anche che venga loro aumentata l’indennità notturna e riconosciuta la professionalità in quanto laureati e quindi anche la possibilità di poter seguire i corsi di aggiornamento.

«C’è molta insoddisfazione tra il personale in questi ultimi anni: non ci sono assunzion e, mantenere le prestazioni eccellenti non è possibile. In Pronto soccorso, dove è importante la tecnologia per evitare rischi ai pazienti, non ci sono investimenti. Il personale è ormai stanco e demotivato. Peccato, perché in Veneto si è sempre parlato di una sanità di eccellenza», precisa Vidori, che conclude evidenziando la “disorganizzazione” dell’azienda in vista dell’astensione dal lavoro: «Molti reparti non hanno ancora esposto l’elenco degli infermieri precettati, così quelli che intendono scioperare non potranno chiedere di essere sostituiti. In altre unità operative i nomi sono stati esposti oltre i tempi previsti dalla norma. E questo mette in difficoltà il personale». (p.d.a.)

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