Sciopero delle Poste, chiuso il 70% degli uffici
BELLUNO. Il 70 per cento degli uffici postali in provincia di Belluno ieri è rimasto chiuso per sciopero.
Tutte le sigle sindacali di categoria si dicono soddisfatte dell’adesione alla manifestazione di protesta che si è svolta per tutta la giornata di ieri.
«Cinquanta uffici dei 70 che ieri dovevano essere aperti», precisa Francesco Riva, segretario di Slp Cisl, «hanno scioperato. Dobbiamo considerare che alcuni sportelli aprono a giorni alterni. Abbiamo avuto punte del 65% di sportellisti presenti che hanno deciso di incrociare le braccia. Per quanto riguarda, invece, il recapito, che è il settore nel Bellunese che sta soffrendo di più, abbiamo avuto il 65% di adesione. A dire la verità ci saremmo attesi una partecipazione maggiore, viste le condizioni in cui sono costretti ad operare questi addetti».
Comunque sia, i sindacalisti bellunesi di Slc Cgil e Slp Cisl si dicono soddisfatti. «Consideriamo che il comparto postale è un po’ particolare», precisa Loredana Vian della Slc Cgil. «È quindi un bel risultato, anche se non è chiaro ancora a tutti i dipendenti quali saranno le ricadute della riforma che interessa la società postale e la sua privatizzazione. Anche per questo territorio le conseguenze potrebbero essere molto gravi, con la riduzione ulteriore di uffici e un servizio anche nel recapito che non andrà certo a migliorare».
A sostegno della giornata di sciopero generale, a Mestre, come in quasi tutte le città capoluogo di regione, si è svolta una manifestazione a cui hanno partecipato almeno un migliaio di lavoratori. «A Roma, oltre alla manifestazione tenutasi davanti alla sede centrale di Poste Italiane, si è svolto un presidio di fronte alla sede del Ministero dell’Economia, al termine del quale i segretari delle organizzazioni sindacali hanno consegnato a un rappresentante del ministro Padoan una lettera in cui chiedono che il processo di privatizzazione venga definitivamente accantonato dal Governo», dicono Riva e Vian.
Oltre al tema della privatizzazione del capitale di Poste, lo sciopero è stato indetto anche per protestare contro i disservizi creati dal recapito a giorni alterni, verso il quale di recente anche il Parlamento dell’Unione Europea ha espresso una posizione contraria, e per rivendicare un piano di rilancio della logistica.
Ma le forme di protesta continuano. Francesco Riva e Loredana Vian promettono che «la mobilitazione della categoria continuerà con lo sciopero delle prestazioni straordinarie fino al 23 novembre. E ora», concludono, «speriamo di tornare al tavolo per il confronto con l’azienda».
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