Scivola dal sentiero, muore a 48 anni
VODO DI CADORE. È scivolata nella scarpata, finendo nel rio Santa Lucia. È morta così Nadia Pompanin. Aveva 48 anni e viveva a Vodo di Cadore, dove era molto conosciuta. Ampezzana di origine, come è facile capire dal cognome, si era spostata in paese proprio da Cortina, dove però aveva mantenuto la residenza. Il suo accento era inconfondibile e spesso bisticciava con quello quasi altrettanto caratteristico dei vicini di casa cadorini. Ha convissuto con un uomo del posto ed era una ragazza piena di vita.
Martedì sera era andata a fare una passeggiata, come chissà qualche altre volte, nella zona del cimitero. Da quelle parti c’è una stradina illuminata, che non presenta alcun rischio ed è molto frequentata dai paesani, non solo per andare a trovare i propri cari. Ma quando si è avvicinata all’argine del torrente che va ad alimentare il Boite, deve aver perso l’appoggio ed è precipitata nel dirupo. Gli abitanti di quella porzione di Vodo osservano che non è poi un gran salto, ma la donna non è riuscita ad aggrapparsi a niente. Non il ramo di un albero, non un sasso. Non c’è proprio stato verso di evitare la caduta, che è risultata fatale e della quale nessuno si è accorto. Non è stato lanciato alcun allarme, segno che tutti la credevano tranquillamente a dormire.
Ieri mattina è stata una signora di passaggio ad accorgersi del suo corpo senza vita, nel letto del fiume. Durante un giro con il cane, ha visto la donna e ha immediatamente chiamato i soccorsi. Per Nadia Pompanin, non c’era più niente da fare. Il medico del Suem 118, arrivato sul posto a bordo dell’ambulanza, non ha potuto fare alto che constatarne la morte. Il compito straziante di recuperare il corpo è stato assegnato ai vigili del fuoco, che in un secondo momento l’hanno affidato ai carabinieri per il trasporto nella cella mortuaria di Vodo. Qui la Procura ha dato il nulla osta. È stata sufficiente l’ispezione cadaverica e non si provvederà all’autopsia. Il quadro è chiaro.
Non è ancora stata stabilita la data dei funerali, ma la famiglia pensa a domani pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Cortina. Nadia Pompanin tornerà a casa, insomma, per ricevere l’abbraccio dei famigliari e dei tanti amici. Lascia il figlio Nicola, che è altrettanto conosciuto, per aver lavorato a lungo al rifugio Dibona di Vallon di Tofana, mentre Arianna è una studentessa universitaria, all’ateneo Bologna.
La notizia della morte di Nadia Pompanin è stata una sveglia tragica per la solitamente tranquilla comunità di Vodo di Cadore. Tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia, il sindaco Gianluca Masolo, che ha un buon ricordo della donna: «La conoscevo abbastanza bene io, ma in realtà la conoscevano tutti, le nostro paese. Una bella ragazza bionda, con la quale era piacevole conversare e scherzare. Non era proprio di Vodo, viste le sue chiare origini ampezzane, ma ormai era diventata cadorina d’adozione. Inutile dire che siamo tutti molto dispiaciuti per l’accaduto e andremo senz’altro a salutarla al funerale, a Cortina».
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