Scivola e muore sul greto del Bordina
TAIBON. Sognava la griglia per il pesce. Un sabato in famiglia, a Col di Prà. A casa c’era la moglie Cristina, che lo aspettava con i figli Elia e Alessio. Ma Renzo Savio non c’è più tornato, dopo uno scivolone, una caduta di schiena e un impatto violento con la testa sulle rocce: il suo corpo senza vita è stato ritrovato verso le 13.30, nel greto del torrente Bordina, in valle di San Lucano dall’amico e vicino Mauro Chenet. “Taca” aveva 48 anni, lavorava alla Luxottica, viveva in questa località di Taibon Agordino e aveva soprattutto due passioni: la pesca e la caccia. Ieri mattina, alle sette meno un quarto era partito, come tante altre volte, lasciando un messaggio sul profilo Facebook. Il testo: «Yuppi oggi si pesca! La Cri prepara la griglia che alle 11 son la!». La foto: un cartello con la scritta e pennarello «Savio Renzo Taca. Una vita fantastica». Con tre punti esclamativi. All’ora di pranzo, la famiglia si è preoccupata, non vedendolo arrivare ed è stato Elia ad avvertire Chenet, al bar ristorante Col di Prà.
I due conoscono molto bene la zona, tanto più che il ragazzo c’è stato in altre occasioni a pescare trote e raggiungono prima il luogo in cui è parcheggiata la macchina per poi mettersi a cercare, in mezzo al bosco. È Chenet ad arrivare sul punto preciso, in mezzo agli alberi, dove Savio è finito dopo una caduta neanche tanto lunga, mentre Elia è qualche metro più avanti, ma deve aver già capito che è successa una disgrazia a suo padre. Il telefonino prende poco ma parte una telefonata al 118 e cominciano le complicate operazioni di recupero, alle quali partecipano anche il soccorso alpino, i vigili del fuoco di Agordo e i vicini carabinieri. A un migliaio di metri di altitudine, 150 a monte della suggestiva cascata dell’Inferno.
La zona si chiama Pont e non è semplice da raggiungere, in particolare per gli alberi danneggiati dal maltempo. Una prima squadra di sei soccorritori raggiunge il luogo dell'incidente, seguita subito dopo da una seconda formata di sei persone. Non rimane che constatare il decesso dell’uomo e dalla procura della Repubblica arriva subito l’autorizzazione a rimuovere la salma, tramite il sostituto procuratore Marco Faion. Il corpo di Savio, che riporta ferite soprattutto alla testa, all’altezza della fronte e alla gamba destra, è stato ricomposto e depositato su una barella, per essere recuperato dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che deve utilizzare un verricello lungo una trentina di metri per trasportarlo fino alla prima strada utile, dove ad attenderlo c’è il carro funebre.
La morte di Renzo Savio, più o meno nella stessa area in cui l’anno scorso aveva perso la vita il cercatore di funghi Tullio Del Din, ha suscitato una grande emozione in tutta la vallata agordina, dove l’uomo era molto conosciuto e stimato. I funerali sono già stati fissati per domani pomeriggio, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di Taibon.
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