Scivola nel canalone innevato in Val d'Oten, muore 47enne di Sesto
CALALZO DI CADORE. È scivolato per un centinaio di metri lungo il ripido canalone, tra neve e rocce affilate, sotto gli occhi impotenti dell’amico con cui si era concesso un’escursione sull’Antelao.
La passione per la montagna e per lo scialpinismo è stata fatale per Andreas Mair, il 47enne maestro di sci di Sesto che ieri mattina ha perso la vita in Val d’Oten.
L’incidente poco prima di mezzogiorno, mentre la coppia stava risalendo la Normale nel tratto finale in cresta, dall’ex Bivacco Cosi alla cima, a circa 3.100 metri di quota. Entrambi di Sesto ed esperti di montagna, anche ieri attrezzati con ramponi, piccozza e gli sci sullo zaino: una salita impegnativa, ma non proibitiva. Lungo la scalata i segni evidenti degli scarichi spontanei di neve, ieri numerosi a causa delle elevate temperature. I due si erano fermati proprio in coincidenza di un distacco che ne ostacolava il passaggio: Andreas Mair era il secondo della fila, si trovava qualche metro sotto l’amico quando ha presumibilmente perso l’appoggio (forse a causa di un cedimento dello strato nevoso sul quale si trovava) e ha iniziato a scivolare, finendo nel Canale Oppel e sparendo alla vista del compagno di escursione.
Inutile il tentativo dell’amico di lanciare l’allarme: nel punto dove si trovava non c’era copertura per il telefonino cellulare. Solo una volta raggiunta la cima, verso le 12.30, l’escursionista ha potuto informare via telefono il 118. Dalla centrale operativa di Pieve di cadore è stata subito fatta decollare l’eliambulanza, che già al primo sorvolo della zona ha individuato il corpo del 47enne altoatesino, alla base del canalone, a una quota di circa 2.500 metri di altitudine. L’elicottero del 118 ha sbarcato nelle vicinanze tecnico di elisoccorso, infermiere e medico, che ha potuto solamente constatare il decesso dell’uomo.
Per il pericolo di continue scariche di neve e sassi, il personale sanitario è stato subito portato via. Successivamente sono stati imbarcati due soccorritori della stazione di Pieve di Cadore del Soccorso alpino, per aiutare a completare le operazioni, una volta ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione del corpo. Muovendosi con la maggior sicurezza possibile, i tre soccorritori hanno ricomposto la salma, recuperata con un verricello, per essere quindi spostata in Val d’Oten e lì affidata alla jeep del Soccorso alpino, che ha trasferito la salma all’obitorio di Pieve di Cadore. L'elicottero ha infine recuperato anche l’altro scialpinista, che nel frattempo era riuscito a scendere autonomamente fino a Forcella Piccola, sopra San Vito di Cadore.
Sin da piccolo grande appassionato di montagna, Andrea Mair solo tre giorni prima del fatale incidente era stato sulla Marmolada, sempre per praticare scialpinismo. Grande appassionato anche di scalate sul ghiaccio, in inverno era maestro di sci con la scuola di Sesto mentre in estate faceva la guida escursionistica, sempre a Sesto. Era un volontario della locale stazione del Soccorso alpino e vantava esperienze anche Himalaya.
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