«Scoiattoli&Friends», tocca al Perù
Cortina: la scalata 2001 avrà come meta l'Alpamayo, sulla Cordillera Blanca
Uno scorcio suggestivo dell’Alpamayo (sulla Cordillera Blanca) e da sinistra Giorgio Costantini, Fabio Pavanello, Mario Lacedelli, Gianfranco Rezzadore e Gianpiero Bosetti
CORTINA.
Sono atterrati da poche ore a Lima gli alpinisti della spedizione "Cortina-Alpamayo 2011". In giornata, su un normale autobus di linea e dopo un viaggio di circa 8 ore, arriveranno a Huaraz, nella Cordillera Blanca, dove inizierà l'acclimatamento nella zona dove c'è la più alta concentrazione di montagne del Perù: più di trenta cime sopra i seimila metri in appena 150 chilometri di estensione.
Una spedizione che porterà lo Scoiattolo Mario Lacedelli e gli amici Gianfranco Rezzadore, Fabio Pavanello, Giorgio Costantini e la guida alpina Gianpiero Bosetti nel parco nazionale Huascaràn (riconosciuto nel 1985 patrimonio naturale Unesco).
«La scelta per la meta della consueta spedizione annuale degli "Scoiattoli&Friends" stavolta non è stata certo casuale, visto che le nostre montagne hanno lo stesso titolo; ma biosogna sopratutto dire che la montagna che cercheremo di scalare, meteo permettendo, è stata giudicata dall'Unesco "the most beatiful mountain in the world". Siamo quindi emozionati e felici di poter tornare in queste zone che già nel 2006 avevamo visitato. L'Alpamayo ci aveva colpito per la sua bellezza e il suo colore bianco; una montagna coperta tutto l'anno di neve e ghiaccio. Una salita quindi con ramponi e picozze, che fa al caso nostro e che sarà un'altra vetta che speriamo di aggiungere al nostro palmares». Mario Lacedelli, da indiscrezioni, a breve dovrebbe prendere il posto di Stefano Dimai "Cash" alla presidenza del prestigioso gruppo degli Scoiattoli.
«Dopo l'ottimo lavoro di Dimai, mi è stato chiesto di tornare a presiedere il gruppo; e, visto l'amore che nutro nei confronti del sodalizio, credo accetterò nuovamente questo ruolo. Ma, per il momento, ho ben altro a cui pensare, visto che la montagna che andremo ad afforntare ha le sue difficoltà, anche se l'altezza non è poi così elevata. Al mio ritorno ci sarà l'annuncio ufficiale».
L'Alpamayo (5.947 m) si presenta come una piramide quasi perfetta; è una delle numerose montagne del massiccio chiamato Macizo de Santa Cruz ed è situato nella parte settentrionale della Cordillera Blanca. Nonostante sia più bassa di molte delle montagne vicine, la sua fama è dovuta alla inusuale simmetria e al suo aspetto unico. La prima salita avvenne nel 1951 da parte di una cordata franco-belga, anche se in realtà gli alpinisti arrivarono solo ma su una vetta secondaria. La data della conquista della cima principale dell'Alpamayo è quindi quella del 1966, da parte di una spedizione tedesca.
«Noi saliremo prima una vetta sopra i seimila per cercare il giusto acclimatamento», dice Lacedelli, «anche perchè in Perù possiamo dire che l'altitudine è più difficile da superare che altrove. Poi tenteremo la salita alla più bella montagna del mondo. Cercheremo di salire sulla via Ferrari, la via degli italiani, considerata una classica sul lato sud ovest. La durata della spedizione non è molto lunga, perchè abbiamo a nostra disposizione solo 17 giorni; per questo cercheremo, appena arrivati, di salire un'altra montagna e poi nei giorni a seguire tenteremo la vetta dell'Alpamayo. Faremo solo un campo, a poco più di 5000 metri, anche perchè alle pendici della montagna saremo sopra i 3000. Le scalate in questa zona del mondo non implicano un lungo trekkink per raggiungere la base, come in Nepal; e questo accorcia i tempi».
Una partenza festeggiata ieri da tanti amici e parenti, come sempre riuniti prima delle partenze delle spedizioni ampezzane al Bob Bar di Ronco; a salutare Lacedelli e compagni, è arrivata anche Elda, la moglie del mitico Lino Lacedelli, accompagnata dalla figlia Alberta. Un saluto commovente e di buon auspicio per la nuova avventura dei cinque ampezzani.
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