Sconti per famiglie numerose con la nuova tariffa dell’acqua
BELLUNO
Sconti per le famiglie numerose e per molte attività produttive e artigianali.
Il consiglio di Bacino ha approvato le nuove tariffe dell’acqua. Ci aveva provato il 25 giugno, ma è stato necessario un approfondimento.
Il principio che muove la nuova articolazione è quello del consumo: sarà premiato chi rimarrà all’interno di un consumo “giusto”, ha evidenziato la presidente Maria Teresa De Bortoli. Lo prevede la normativa, del resto.
«Non saranno penalizzate le utenze monocomponente e poi la tariffa sarà progressiva in base al prelievo effettuato», ha ricordato. Il piano ora sarà inviato all’Autorità nazionale cui spetta l’approvazione definitiva, e sarà retroattivo: le tariffe valgono a partire dal 1° gennaio 2018, dunque in fase di conguaglio Gsp (gestore del servizio) effettuerà i conteggi.
Più si è meno si paga. La tariffa di una famiglia si compone di una quota fissa (acquedotto, depurazione e fognatura) di 27,10 euro. Un euro in meno rispetto all’anno scorso. Per quanto riguarda i consumi, il consiglio di Bacino ha cambiato tutto. Prima ogni utenza, indipendentemente dal numero dei componenti del nucleo familiare, aveva a disposizione 100 mc in tariffa agevolata. Adesso quel numero è stato rimodulato perché è troppo alto per un single e troppo basso per un nucleo di quattro persone. Con un consumo corretto (55 mc per 1 componente, 90 per due, 124 per tre, 160 per quattro, 195 per cinque e 230 per sei o più) si pagheranno 0,36 euro a mc. Poi si sale, in base all’eccedenza.
Un single e un’utenza con due persone con un consumo corretto pagheranno come l’anno scorso. Una famiglia di tre persone pagherà 5-10 euro in meno, un nucleo di quattro persone fra i 30 e i 40 euro in meno. Sconti maggiori per le famiglie con cinque e con sei o più componenti.
Per compensare queste riduzioni è stata leggermente alzata la tariffa per le seconde case: solo 24 metri cubi sono in tariffa agevolata, che possono bastare per un utilizzo saltuario dell’abitazione, non per un uso intensivo. Ma i rincari, precisa la De Bortoli, saranno nell’ordine di 10 euro all’anno, al massimo.
Leggeri aumenti (+5%) per lavanderie e autolavaggi, aumento della quota fissa (83,80 euro) per i cantieri edili per evitare che le utenze rimangano aperte a lavori terminati. Andranno a risparmiare, invece, molte altre attività: per i bar, i ristoranti, le trattorie e le mense sono previste bollette più leggere del 3,5%, per gli alberghi senza piscina del 4,5%, per quelli con piscina del 5,5%, per le attività alimentari come panifici, ortofrutta, pescherie, pasticcerie e gastronomie il risparmio sarà fra l’1 e l’1,5%.
Attenzione è stata riservata anche per le attività zootecniche, dove si è cercato di mantenere bassa la tariffa. Risparmi che saranno garantiti con consumi corretti: le eccedenze rispetto al volume base si pagano e non poco.
I Comuni iniziano a pagare anche i consumi. Fino a questa rimodulazione tariffaria, infatti, per molte utenze pubbliche gli enti pagavano solo la quota fissa. Così capitava che per far funzionare una piscina (che di acqua ne consuma) un Comune pagasse appena 40 euro.
La rimodulazione non va a gravare in maniera eccessiva sui bilanci dei Comuni, ma chiede anche a loro di non sprecare la preziosa risorsa e di contribuire in maniera progressiva al costo del servizio. La scelta fatta dal comitato di Bacino, e condivisa ieri in assemblea, è stata quella di agevolare le utenze che hanno un risvolto sociale: case di riposo, scuole, sale pubbliche hanno una quantità di metri cubi inseriti nel volume base più alta, ad esempio, del carcere.
Lo stesso principio muove la definizione della tariffa per gli impianti sportivi. Per una piscina il gestore pagherà una quota fissa di 52,20 euro. Fino a 80 mila mc di consumo appena 1 centesimo a mc.
Chi gestisce un palaghiaccio pagherà una quota fissa di 26,10 euro e un centesimo per ogni mc consumato fino a 20 mila mc. Superato questo limite si entra nella prima eccedenza, dove il costo a mc è di 10 centesimi.
Per tutti gli altri impianti sportivi la quota agevolata si ferma a 100 mc l’anno. La scelta è stata quella di non disincentivare i Comuni a mantenere aperti e operativi gli impianti sportivi. —
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