Scontro in aula sulla perizia fonica
SOSPIROLO. Dure accuse al consulente fonico, incaricato dal giudice delle udienze preliminari, di effettuare una perizia su una telefonata per stabilire se la voce femminile registrata durante una conversazione telefonica fosse o meno quella dell’imputata, Domenica C. di Sospirolo (difesa dall'avvocato Giuseppe Triolo ). La donna è accusata di calunnia, per aver detto che il bellunese, Alberto G. (parte civile con l'avvocato Paolo Patelmo), le avrebbe estorto una scrittura privata, nel marzo 2003, nella quale attestava di essergli debitrice della somma di circa 4600 euro. Dopo averle più volte richiesto il denaro indietro, l'uomo ha preferito andare per vie legali e rivalersi sul patrimonio della donna. Che a sua volta sostenne, in una denuncia del marzo 2010, che la scrittura privata le era stata estorta dopo essere stata minacciata.
Secondo il perito fonico, incaricato ad analizzare la registrazione della presunta telefonata intercorsa tra l'imputata e la parte civile, nella quale la prima ammetterebbe il debito contratto, la voce femminile non appartiene a Domenica C.. Ma, come detto, la difesa di parte civile, con l’avvocato Patelmo ha contestato con decisione la perizia. Secondo il legale, il consulente tecnico ha utilizzato un sistema di riconoscimento vocale da lei ideato, commercializzato e prodotto che non avrebbe alcuna validità scientifica a livello nazionale o internazionale, non allegando, inoltre, alla perizia, i risultati scientifici che avrebbero reso valido il suo operato. Anche il pm, in udienza, ha chiesto il rinnovo della perizia. Il gip scioglierà la riserva nell’udienza del 12 luglio.
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