Scoperti con la droga nell’auto soltanto uno rinviato a giudizio

Dei quattro giovani arrestati dopo un controllo dei carabinieri vicino all’A27 due patteggiano 9 mesi e 900 euro di multa e l’altro chiede la messa alla prova

BELLUNO. Dei quattro bellunesi indagati per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, scoperti durante un normale controllo dai carabinieri nella zona di Cadola il 3 ottobre 2017, soltanto uno andrà a processo. Si tratta di Samuel De Min (difeso da Giorgio Gasperin del foro di Belluno) per il quale il giudice per l’udienza preliminare Enrica Marson, ieri mattina, ha deciso il rinvio a giudizio.

Gli altri due amici, Michele Coletti (difeso dall’avvocato Marica Pozzi dello studio legale Zaina di Rimini) ed Emanuele Vaina (difeso da Paolo Zaglio del foro di Belluno) hanno, invece, patteggiato nove mesi di reclusione (pena sospesa) e 900 euro di multa. Per loro il giudice Marson ha disposto anche la revoca dell’obbligo di dimora comminato all’inizio.

Soltanto per S.O. (difeso dall’avvocato Cristiana Riccitiello del foro di Belluno) il giudice ha riconosciuto la lieve entità del fatto, derubricandolo in base al quinto comma dell’articolo 73 del Dpr 309/1990. Il suo avvocato ha, quindi, chiesto la messa alla prova per il suo cliente. Pertanto, la sentenza è sospesa in attesa di prendere visione del programma di messa alla prova.

I quattro ragazzi, tutti di età compresa tra i 20 e i 28 anni, erano stati fermati all’inizio di ottobre 2017, per un normale controllo stradale nella zona di Cadola, nei pressi dell’uscita dell’A27. La loro auto, un’Audi A4, intorno alle 23 si trova a passare proprio di lì.

Gli occupanti, però, non avevano mostrato un’aria tranquilla, tutt’altro: un certo stato di agitazione da parte dei quattro aveva suscitato più di una forte perplessità nei militari che anziché restituire subito i documenti avevano deciso di approfondire le verifiche e gli accertamenti.

In effetti, addosso ai giovani e nascosti sotto i sedili, erano saltati fuori cinque involucri di marijuana e due bottiglie di ketamina, un narcotico sintetico usato anche per curare stati depressivi o disturbi bipolari, e che produce temporanee allucinazioni e stati di euforia. Una sostanza che crea dipendenza e che altrove nel mondo è anche legale. Ma in Italia no.

I militari del Norm avevano dunque proceduto con gli arresti e con i sequestri delle sostanze rinvenute, vale a dire 55 grammi marijuana già suddivisa in tre involucri; altri 7 grammi di marijuana spezzata in altri due involucri e circa 148 grammi di ketamina conservata nelle bottigliette di plastica. I quattro erano stati accusati, pertanto, di possesso di sostanze stupefacenti ai sensi dell’articolo 73 della legge 309/90.

Due di loro, però, nel corso dell’udienza di convalida, avvenuta qualche giorno dopo l’arresto, avevano deciso di rispondere alle domande del gip Scolozzi. De Min, in particolare, aveva spiegato che si trovava in quell’auto per fare un giro, ma che non c’entrava con il motivo del viaggio. Ora a decidere le sue responsabilità sarà un processo. —

P.D.A.

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