Scoperti due evasori dell’Iva
BELLUNO. Stanati due evasori fiscali. Non versavano l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto. Sono imprenditori della provincia, non della città, sui quali ha indagato la Procura della repubblica di Belluno con il sostituto procuratore Antonio Bianco, su indicazione dell’Agenzia delle Entrate. Disposto il sequestro preventivo di beni materiali a cura della Guardia di finanza, in un caso per 460 mila euro e nell’altro per 80 mila. Due situazioni obiettivamente diverse, anche come gravità, ma naturalmente dipendono dalle dimensioni delle imprese e dal loro giro di affari. Possono sembrare cifre enormi, se paragonate a un qualsiasi stipendio da lavoratore dipendente, ma qui si tratta di imprese e, per rendere l’idea, 460 mila euro sono più o meno due anni di mancati versamenti della tassa. In tutto, fanno 540 mila euro, che rimane una bella somma recuperata.
Qualunque operazione prevede il pagamento dell’imposta e non è che uno possa permettersi di non versarla, pensando di poterla fare franca, a spese degli altri contribuenti. L’Agenzia delle Entrate non può essere contenta e organizza tutte le operazioni necessarie a recuperare questo soldi sottratti al fisco.
Nel caso dei due imprenditori locali, si applica l’articolo 321 del codice di procedura penale, quello sul sequestro preventivo. Per capirsi meglio, scatta quando c’è il pericolo che la disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o allungare le conseguenze del reato stesso, cioè agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero, in questo caso Bianco, il giudice competente ne dispone il sequestro.
È una delle operazioni della Finanza, che fanno parte di un quadro molto più ampio, che riguarda l’evasione . Nella contabilità dell’anno scorso, le fiamme gialle hanno scoperto oltre 1,8 milioni di euro. La cifra era stata resa nota dal colonnello Patrizio Milan , il comandante provinciale. E i controlli continuano.
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