Scoprire i luoghi della Grande Guerra
E' in edicola in questi giorni con il nostro giornale, il libro “Scoprire i luoghi della Grande Guerra nelle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso e Venezia” realizzato da Editoriale Programma. Questa guida, che segue il trittico “Montello”, “Piave” e “Alta Marca”, è frutto della passione per la storia dell’autore, Antonio Melis, e in particolare per la storia epica e tragica della Grande Guerra scoppiata nel lontano 1914, ma ancora viva nella memoria dei luoghi in cui è stata vissuta.
Strumento agile e nuovo, dotata di un ampio corredo fotografico, la guida offre le notizie storiche dei singoli siti, dieci per ognuna delle province indicate cinquanta in totale quindi e le informazioni pratiche per poterli raggiungere attraverso l’indicazione delle coordinate geografiche, facilmente utilizzabili grazie alla diffusione di strumenti quali i navigatori satellitari e gli smartphone.
Nasce con l’intento di riscoprire quei luoghi che hanno segnato quei terribili anni di guerra ed alla necessità di mantenere vivo il ricordo, conditio sine qua non, affinché il passato ed i suoi protagonisti non vengano dimenticati. L’auspicio è che questi luoghi siano visitati con il giusto rispetto. Ogni scheda è completa di coordinate geografiche che agevoleranno il lettore nell’individuazione del sito Per individuare la posizione dei siti, lungo il tragitto descritto nella guida, il lettore potrà fare riferimento alla cartina interna cercando la scheda corrispondente.
L’autore Antonio Melils nato a Treviso nel 1965, ha frequentato la Scuola Miliare di Aosta; ha trascorso dicasetteanni anni nelle Truppe Alpine in reparti dislocati in Alto Adige, nel 2001 è trasferito presso il Comando Brigata Logistica di Proiezione in Treviso dove presta servizio per circa nove anni. Attualmente è impegnato presso il 184° Reggimento Sostegno TLC “Cansiglio in Treviso”. Ha pubblicato con Editoriale Programma diverse guide ai territori della Grande Guerra soprattutto nel trevigiano, articoli di carattere professionale su riviste militari.
E’ socio dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Comitato di Treviso e dell’Associazione “Da Ponte a Ponte” di Falzè di Piave. Prefazione del libro Il Veneto da sempre è pregno di splendidi scenari che spaziano dalle Dolomiti, alla pianura fino alla laguna ed alle spiagge della costa adriatica. Una regione che ancora oggi conserva le testimonianze della Grande Guerra con una varietà di postazioni, trincee, cimiteri di guerra, ospedali, sacrari e monumenti ai caduti. All’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915 il Veneto fu, suo malgrado, immobile testimone del passaggio di truppe, armamenti, equipaggiamenti e materiali diretti al fronte isontino.
Ben presto le città venete, soprattutto quelle nelle immediate vicinanze della linea del fronte, furono soggette alle incursioni aeree dei velivoli Austro-Ungarici e tedeschi che causarono morti e distruzione. Treviso, Padova e Venezia furono le città che pagarono il tributo più alto, mentre Rovigo fu sfiorata dagli attacchi aerei ma a rischio da quelli provenienti dal mare. Nell’ottobre del 1917, dopo Caporetto ed il conseguente arretramento delle truppe sulla linea difensiva del Piave, gli agglomerati urbani a ridosso del fronte e considerati in “istato di guerra” acquisirono immediatamente un’importanza strategica fondamentale. La città di Treviso, considerata “Sentinella d’Italia” divenne il centro nevralgico dello schieramento italiano dopo l’assestamento della linea difensiva sul Piave.
Le nostre truppe schierate sul Montello bloccarono il tentativo di sfondamento durante la “Battaglia del Solstizio”, tentativo partito dalla riva opposta del Piave dove si erano ammassati gli Austro-Ungarici. Venezia, da difendere a tutti i costi anche se la sua presa da parte degli Austro-Ungarici sarebbe stata più propagandistica che strategica. Padova, definita dopo Caporetto come la “Capitale al fronte”, ospitava vari comandi sia italiani sia alleati, mentre in quel di Abano si acquartierò il Comando Supremo. Villa Giusti fu testimone della firma dell’Armistizio che pose fine a tre anni di guerra. Rovigo e Belluno hanno storie diverse, la prima sorgeva in una zona di retrovia e quindi idonea ad ospitare ospedali e luoghi di riposo per le truppe, mentre la seconda, difesa con forza fino al 1917, dovette essere lasciata nelle mani delle pressanti truppe Austro-Ungariche e tedesche a seguito dello sfondamento di Caporetto e liberata definitivamente nell’ottobre dell’anno successivo. L’offensiva di Vittorio Veneto liberò tutti gli spazi urbani militarizzati per la presenza di truppe di uno o dell’altro schieramento, ospedali, case del soldato, bordelli, soldati e civili che cercavano solamente di sopravvivere alla tragicità della guerra. Il Veneto da sempre è pregno di splendidi scenari che spaziano dalle Dolomiti, alla pianura fino alla laguna ed alle spiagge della costa adriatica. Una regione che ancora oggi conserva le testimonianze della Grande Guerra con una varietà di postazioni, trincee, cimiteri di guerra, ospedali, sacrari e monumenti ai caduti.
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