Scoprire il volontariato ospedaliero
BELLUNO. L’Usl 1 cerca una nuova collaborazione con il vasto mondo del volontariato ospedaliero provinciale.
Dopo la riorganizzazione dei reparti con l'avvio in forma sperimentale del Cto (Centro operativo territoriale), l'azienda ha fatto un'analisi dei bisogni dell'utenza. Da tale analisi è emersa la necessità di una maggiore conoscenza e coinvolgimento delle associazioni che operano in campo ospedaliero. È emerso, infatti, come siano poco note le attività e i servizi svolti dai vari sodalizi fuori e dentro l'ospedale San Martino di Belluno (tra questi anche compiti assistenziali di grandissima importanza).
Eppure i numeri sono significativi, visto che, a livello provinciale, ci sono circa 26 associazioni del settore, con migliaia di soci (solo i donatori del sangue Abvs ne hanno più di 5 mila, la Fidas feltrina 3.500, l'Admo – donatori di midollo osseo – 6 mila, per fare alcuni esempi) e centinaia di volontari attivi.
L'Usl 1 ha quindi chiesto un confronto con il Comitato d'Intesa, che farà come sempre da raccordo per le varie associazioni. «Sono emersi alcuni bisogni», dice Giorgio Zampieri, che presiede sia il Comitato d'Intesa che l'associazione legata all'hospice “Casa Tua 1” all'ospedale San Martino di Belluno, «nati anche dal momento di confronto “Il ruolo del volontariato nella gestione del bene comune”, organizzato lo scorso anno dal Centro servizi per il volontariato (Csv). L'Usl 1 ha rilevato come pochi utenti conoscano i servizi offerti dalle associazioni ospedaliere, anche se queste sono sempre in prima linea per l'assistenza e non solo».
Uno degli apporti più significativi di questi sodalizi, infatti, sono le manifestazioni e le raccolte fondi per l'acquisto di nuove apparecchiature mediche all'avanguardia per i vari reparti, strumenti utilissimi ma che spesso l'azienda sanitaria da sola non riuscirebbe a comprare: «Con “Casa Tua”, per esempio negli ultimi anni abbiamo donato apparecchiature per il reparto di otorino e oculistica».
«I rapporti tra il volontariato ospedaliero e l'azienda Ulss sono buoni», continua Zampieri, «in questi ultimi mesi sono state anche risolte alcune problematiche legate per esempio alla sicurezza di strutture come Casa Tua, grazie ad un sistema di allarmi antincendio legato a quello centrale dell'ospedale. Certo, ci sono state alcune criticità come il caso dei “dottor Clown” che sono stati allontanati da alcuni reparti a Belluno, ma pare che, con il dialogo e il buon senso, tutto sia in via di superamento. Le collaborazioni sono già molte e presto ci sarà anche quella dell'Ail (»ssociazione contro le leucemie) nel reparto di medicina».
«Prossimamente», conclude, «il Comitato d'Intesa si farà carico di incontrare tutto il mondo del terzo settore provinciale per valutare insieme alcune strategie per migliorare l'informazione agli utenti ospedalieri, ma anche ai cittadini, con l'auspicio di creare una rete più coesa a supporto della comunità bellunese in un campo come quello della salute che è di primaria importanza».
Enrico De Col
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