Scoter, deserta l’asta per gli impianti
SAN VITO. Deserta l'asta indetta dal Comune per vendere la società Impianti Scoter srl. Non è pervenuta nessuna offerta in municipio per acquisire il 96,69% della società che gestisce la ski area sanvitese. All'asta era stata messa la maggioranza della società ossia il 96,69% che è di proprietà del Comune; la percentuale restante è invece di proprietà di vari privati, quasi tutti residenti a San Vito. Il bando di gara era stato pubblicato sul sito internet del Comune, le offerte degli interessati dovevano arrivare entro le 12 di giovedì scorso.
L'asta della municipalizzata è un passaggio che il Comune ha dovuto fare in base alla norma che prevede che le amministrazioni comunali debbano liquidare o cedere le partecipate che sono in passivo da più di tre anni. I beni consistono in sciovie, seggiovie, skilift ed impianti similari, gli impianti di innevamento, e le attrezzature necessarie a mantenere i tracciati da sci.
Il capitale della Scoter era di un milione 278 mila euro, che è poi stato ridotto dai soci volontariamente per 500 mila euro, per ripianare le perdite della società tessa. L'importo a base d'asta era stato fissato tramite una perizia di stima a 405 mila euro. Da questa cifra gli interessati potevano partire per fare le loro offerte a rialzo.
L'obiettivo era quello di mantenere aperta la ski area. Nel bando vi era infatti una clausola tramite la quale l'offerente si doveva impegnare a garantire il servizio di gestione per almeno 5 anni.
In municipio il commissario, Nicola De Stefano, ora valuterà come agire. Le ipotesi più accreditate sono due: il commissario può indire un altro bando o può liquidare la società. Tra queste ipotesi andranno tenute in considerazione le normative varate a Roma che in fatto di partecipate cambiano di continuo. «Prendo atto che nessuno abbia presentato un'offerta», ammette l'ex sindaco Andrea Fiori, che nel suo recente mandato ha avviato le pratiche per sciogliere le società municipalizzate come previsto dal Governo, e ha cercato di mantenere in vita la Scoter per il suo ruolo di traino economico che riveste nel paese.
«L'avevo detto anche da sindaco», spiega Fiori, «io sinceramente mi sarei aspettato che i tanti soci di minoranza della Scoter avessero creato una cordata di imprenditori locali, coinvolgendo commercianti, albergatori, maestri di sci e altri, per acquisire la maggioranza della società. Mi risulta che anche il commissario avesse avuto incontri con alcuni soci di minoranza e si aspettasse una loro offerta. Così non è stato. Da commerciante sanvitese dico che nessuno mi ha contattato per far parte di questa cordata e come me so di altri che avrebbero preso in considerazione la cosa. La ski area è il traino dell'economia turistica e se fosse chiusa sarebbe la morte del paese. Ora l'inverno non è a rischio in quanto ho visto che gli addetti sono al lavoro per preparare gli impianti per la stagione, ma il futuro resta incerta».
«Probabilmente», conclude Fiori, «verrà aperto un nuovo bando e si darà ampia pubblicità. Nella peggiore delle ipotesi il commissario può liquidare la società, ossia scioglierla, chiuderla e vendere le varie attrezzature. Di certo non può svendere una società comunale per la quale il Comune ha investito anche un milione e 200 mila euro con l'amministrazione De Vido accendendo un mutuo che costa 60 mila euro all'anno».
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