Scritte hard con la vernice assolto in Corte d’Appello

L’imputato era stato condannato anche al risarcimento all’ex in primo grado Tredici i messaggi a sfondo sessuale su cavalcavia e muri della Destra Piave



Scritte hard contro l’ex morosa? Non è stato Massimo Pescador. Condannato a un anno e cinque mesi in primo grado per diffamazione e deturpamento e imbrattamento, l’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste dalla Corte d’Appello di Venezia. In caso di conferma della pena, sarebbe finito in carcere (oltre a dover pagare 25 mila euro di risarcimento danni), perché il giudice bellunese Riposati gli aveva revocato la sospensione condizionale per una precedente condanna a un anno e sei mesi.

Il difensore Antinucci era sicuro della sua innocenza fin dal primo momento e l’ha ribadito anche ai magistrati veneziani. Ma il procuratore generale per primo aveva chiesto una sentenza di assoluzione. La donna si era costituita parte civile con l’avvocato Constantini e, a questo punto, dovrà rinunciare al risarcimento. Per almeno due anni, aveva viaggiato in macchina con un barattolo di vernice a bordo per coprire i tredici messaggi a sfondo sessuale e ha dovuto rivolgersi a uno psicoterapeuta. Ma anche la figlia ha avuto dei contraccolpi psicologici, dopo averle viste dal bus di scuola con le compagne di classe.

I primi fatti risalgono al settembre 2012, davanti a una banca di Bribano e a una discoteca di Sedico: sopra nome e cognome e sotto l’offerta di una prestazione o un apprezzamento volgare. In quel periodo, la donna era in vacanza all’estero con il compagno, ma era stata avvertita e aveva immediatamente telefonato a un’amica, che dopo essere scoppiata a piangere per il grave turbamento, le aveva cancellate di persona. Pescador lavora di notte o di mattina presto e i reati sarebbero stati consumati proprio in quelle ore. La donna era talmente allarmata da arrivare a svegliare il convivente, affinché andasse in giro a verificare che non ne fossero apparse delle altre.

L’imputato e la controparte si conoscevano fin dal 1992: per un breve periodo, si erano anche frequentati, pur senza avere una storia sentimentale. In seguito lei si è sposata con un altro e negli ultimi anni ha un nuovo compagno. In quel periodo, non mangiava e non dormiva più, oltre tutto si sentiva pedinata e aveva ricevuto delle lettere anonime. Ha avuto anche problemi fisici e psichiatrici, per i quali ha dovuto affrontare spese non indifferenti per visite e farmaci.

È stata depositata anche una consulenza della psicoterapeuta di fiducia, che contiene anche la diagnosi: disturbo post traumatico da stress cronico. Malgrado il processo fosse indiziario e nessuno avesse mai visto Pescador scrivere qualcosa sui muri, Riposati aveva ritenuto che ci fossero tutti i motivi sufficienti per pronunciare una sentenza di condanna. Ma la Corte d’Appello l’ha ribaltata con l’assoluzione, perché il fatto non sussiste. –



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