Scrive lettere d'amore non corrisposte per 45 anni: ex sindaco denunciato dalla sua "musa"

La storia finisce in tribunale a Belluno con un'accusa di stalking nei confronti di un politico locale che dai tempi del liceo non ha mai smesso di corteggiare la compagna di scuola, facoltosa discendente di una famiglia di imprenditori
Un singolare processo per stalking vede nei guai l’ex sindaco di un paese della provincia di Belluno
Un singolare processo per stalking vede nei guai l’ex sindaco di un paese della provincia di Belluno
BELLUNO. Lui l'ha sempre considerata la donna della sua vita, la Musa ispiratrice di centinaia di lettere d'amore spedite sin dai tempi in cui frequentavano l'Università. Lei, invece, un assillante corteggiatore senza alcuna chance di fare breccia nel suo cuore.


Ma chi avrebbe mai pensato che i due protagonisti di questa singolare storia, 45 anni dopo la prima lettera, si sarebbero ritrovati faccia a faccia, l'uno contro l'altro, in un'aula di tribunale? Lei, poco più che sessantenne, discendente di una delle più note famiglie bellunesi impegnate nell'imprenditoria, presa dalla disperazione, ha querelato per stalking l'incallito corteggiatore, suo coetaneo, noto ex sindaco di un paese della provincia.


Per 45 lunghi anni, con una pausa di 20, la facoltosa signora ha ricevuto le lettere d'amore del politico locale. La prima missiva nel 1966, ai tempi in cui i due ex compagni di classe del liceo frequentavano assieme l'Università di Padova. L'ultima, due mesi fa, a processo già avviato: a testimonianza che le denunce ed i procedimenti penali non scalfiscono il granitico amore dell'ex sindaco.


Nel capo d'accusa, vengono prese in considerazione le lettere degli ultimi 8 anni. Soltanto perché l'ex sindaco ha riposto la penna nel cassetto per vent'anni, dal 1982, anno in cui l'"amata" s'era sposata, fino al 2003, quando, a suo dire, un sogno lo avrebbe indotto a riprendere in mano la penna e a tornare a scriverle lettere appassionate, convinto che lei intimamente lo ami.


Per raccontare di sé, della sua vita, dei suoi sogni, del suo amore per lei, dei dolci ricordi del liceo e dell'Università. Tanti argomenti, qualcuno anche banale, che l'ex sindaco "grafomane" ha trattato con dovizia di particolari nelle sue missive. E dopo due diffide del legale dell'amata e tre querele, ecco che l'ex primo cittadino (difeso dall'avvocato Roberta Resenterra) dallo scorso maggio si ritrova alla sbarra per stalking. Secondo il capo d'accusa, le centinaia di lettere avrebbero provocato all'amata (parte civile con l'avvocato Anna Casciarri dello studio Paniz) un "perdurante e grave stato d'ansia e di paura".


Stato d'ansia e di paura provocati anche dalla detenzione di una pistola a cui lui avrebbe fatto riferimento un paio di volte e che i carabinieri, dopo la denuncia della donna, gli hanno sequestrato. Il 25 maggio scorso, i due ex compagni del liceo si sono rivisti dopo 45 anni di "legame" esclusivamente epistolare in un'aula del tribunale di Padova, la città dove lei risiede dal giorno del matrimonio. Lui, visibilmente emozionato, lei, ragionevolmente seccata. «Non sono interessata a te, smettila di scrivermi lettere», ha detto lei a lui in aula, davanti al giudice Maria Carla Maiolino. «Smetterò soltanto quando tu me lo dirai a quattr'occhi. In aula c'è tuo marito, non vorrei che tu fossi condizionata dalla sua presenza», le ha risposto lui senza deprimersi.


Il processo, inizialmente istruito con l'ipotesi di reato di molestie, continua ora con l'accusa più pesante di stalking, esacerbata, lunedì scorso, in udienza, dal pubblico ministero, titolare del caso, Paola De Franceschi, dopo che è stata inserita agli atti l'ultima missiva dell'ex sindaco, spedita alla sua amata a processo in corso. In aula si torna dopo l'estate, visto che, a quanto pare, il chiarimento, a quattr'occhi tra i due protagonisti del processo, non ci sarà mai.

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