Sculture per difendere l’ambiente
Cinque opere in ferro di Enrico Schena installate nelle scuole di Agordo

AGORDO. Cinque sculture in ferro battuto per sensibilizzare grandi e piccoli al rispetto dell’ambiente. È con questo spirito che l’amministrazione comunale di Agordo ha posizionato alle scuole elementari, a quelle medie e all’ufficio turistico di Agordo cinque opere ricevute in dono dall’artista locale Enrico Schena.
Fabbro di professione, Schena ha cominciato ad avvicinarsi al ferro sin da giovane grazie al nonno Giovanni Sommariva che lavorava in una piccola fucina nel comune di Rivamonte. Dagli anni Ottanta la passione si è trasformata in lavoro portandolo ad aprire una sua attività come carpentiere in ferro. Nel frattempo, però, non ha trascurato la sua vena artistica che si è sviluppata da prime, iniziali, forme in ferro a delle vere e proprie statue che, nel 2013 e nel 2015, ha esposto, in collaborazione con l’associazione Cucchini, in una mostra in sala don Tamis ad Agordo, riscontrando un notevole successo ed approvazione da parte dei visitatori.
«Le statue, che fanno parte di una serie di opere denominate “Espressioni in ferro”», spiega l’assessore comunale Gabriele Trento, «sono lavori fatti completamente a mano in ferro battuto e rappresentano temi che toccano la vita quotidiana, la natura e il territorio montano circostante».
Andando nel dettaglio, la statua “Il grido della foca” rappresenta l’istinto materno dell’animale che protegge il piccolo nel soffio di dolore e di denunzia della mattanza dei cuccioli in Antartide; “L’equilibrio precario” racconta l’ultima corsa dell’uomo per salvare il pianeta da un futuro incerto; “La montagna nell’occhio del fabbro” raffigura la contrapposizione del giorno e della notte sulle pendici di un monte di metallo; “La metafora della vita” illustra la simbiosi uomo-natura e la capacità che ha l’essere umano di alterare il mondo che lo circonda e invita l’uomo stesso a trovare un equilibrio tra il progresso e il rispetto per l’ambiente; “Il riverbero del rivo”, infine, spinge lo spettatore, di fronte ad un ruscello di metallo, ad una riflessione sul vivere smarrito e la mancanza di rispetto che porta l’uomo a inquinare le valli e la natura.
«Ringraziamo l’artista Enrico Schena», conclude Gabriele Trento, «per il dono fatto, che rimarrà nei luoghi di educazione e istruzione dei bambini e dei ragazzi».
(g. san.)
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