Scuola, docenti sempre più “vecchi” e molto stressati
In provincia solo il 3% degli insegnanti ha meno di 34 anni mentre quasi l’80% ha un’età tra i 45 e gli oltre 54 anni
Professor giving exam results to university students
BELLUNO. Insegnanti sempre più “vecchi” nelle scuole bellunesi, un lavoro che continua a restare, nella stragrande maggioranza, appannaggio delle donne. Questo l’identikit anagrafico di chi insegna negli istituti provinciali.
Sono 2.440 i docenti nel Bellunese di cui solo 507 sono maschi, cioè il 20.78% mentre le restanti 1.933 (pari al 79,22%) sono donne.
Dividendo la popolazione docente in fasce di età, gli over 54 sono complessivamente 956 pari al 39.18%, quelli tra i 45 e i 54 anni sono il 38,9%.
Le percentuali e i numeri decrescono al diminuire dell’età: quindi sono 454 gli insegnanti tra i 35 e i 44 anni (18,60%), mentre precipitano repentinamente a quote con una cifra gli under 34: in provincia sono soltanto 80 pari cioè al 3,28%.
Dati che confermano una situazione che interessa in particolar modo l’Italia, dovuta in gran parte anche all’aumento dell’età pensionabile, come denuncia la segretaria della Gilda degli insegnanti di Belluno, Milena Zucco. «Si è sempre detto largo ai giovani, ma purtroppo le norme italiane fanno di tutto per tenere le persone sul posto di lavoro il più a lungo possibile», commenta Zucco che prosegue: «Non si tiene conto del fatto che il mestiere di insegnante è faticoso, per il gran numero di incombenze burocratiche a cui si è sottoposti. Da un lato ci sono le novità come il registro elettronico che dovevano risolvere tanti problemi e invece non li hanno risolti per nulla, poi ci sono i genitori che contestano tutto e tutti ed infine ci sono i dirigenti scolastici che, per non perdere “clienti” molto spesso danno ragione alle famiglie. E così crescono in maniera esponenziale anche i contenziosi. Dopo tutto questo, i docenti sono a dir poco stressati».
Forse per questo servirebbe un maggior numero di insegnanti giovani che sentono ancora poco il peso del lavoro.
Ma la rimonta per loro è difficile. Si consideri che il 50% degli under 34 lavorano nelle scuole primarie (4), mentre gli over 54 insieme con i docenti tra i 35 e i 44 anni sono concentrati nelle scuole superiori (rispettivamente il 39,12% e il 32,8%). Restano concentrati alle elementari gli insegnanti tra i 45 e 54 anni (35,7%).
Considerando la differenza di genere, i docenti maschi sono perlopiù concentrati alle scuole superiori (65,87%), mentre sono pressoché assenti negli asili: in provincia sono soltanto 3 gli uomini che lavorano con i piccoli dai 3 ai 5 anni e la loro età è compresa tra i 35 e 44 anni.
«Si dice che i giovani abbiano dalla loro l’entusiasmo e quelli con un’età più avanzata l’esperienza», commenta Milena Zucco. «Ma non possiamo non considerare che questi ultimi hanno sulle spalle anche il peso magari di genitori anziani e di figli e spesso nipoti. Il lavoro negli anni è aumentato, e se ancora si pensa che fare gli insegnanti sia una passeggiata non è così: ci sono tantissime cose con cui fare i conti, in primis appunto la burocrazia che stressa non poco le persone che, desiderose di andare in pensione, si vedono ogni anno allontanare l’ appuntamento, facendo crescere anche lo stress».
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