Scuola, non c’è il doppio punteggio: beffati centinaia di insegnanti a Belluno

Il disegno di legge sulla montagna non è stato approvato. I docenti assunti con il concorso Pnrr 1 sono obbligati a seguire corsi abilitanti fuori regione. Tirabeni dello Snals: «È una vergogna»

Paola Dall’anese
Il disegno di legge sulla montagna non è stato approvato, insegnanti beffati a Belluno
Il disegno di legge sulla montagna non è stato approvato, insegnanti beffati a Belluno

«Macché punteggio aggiuntivo per chi lavora in montagna. La norma non esiste ancora e chi, come supplente, è venuto qui per aumentare il punteggio e salire in graduatoria per ambire al ruolo è rimasto deluso così come è stato preso in giro chi sperava, lavorando in montagna, di evitare di trovarsi tra i perdenti posto e cambiare scuola».

Il doppio punteggio

La segretaria dello Snals, Danila Tirabeni evidenzia la confusione creatasi quest’anno per quanto riguarda la mobilità del personale docente e le graduatorie interne, una mobilità che riguarda centinaia di persone.

«Quando il ministro dell’Istruzione e del merito è venuto a Cortina a febbraio ha annunciato agevolazioni per i docenti che insegnano nelle scuole di montagna presentandole come iniziative di equità per garantire presìdi in territori svantaggiati», dice Tirabeni che si riferisce alla nota fatta girare nell’ottobre 2023 in cui dal Mim si annunciava il via libera al disegno di legge di promozione delle zone montane con l’avvio di una serie di agevolazioni per i docenti che prestano servizio nelle scuole di montagna.

Per loro, infatti, si prevedeva un punteggio aggiuntivo per le graduatorie provinciali di supplenza, oltre alla concessione di un credito di imposta per la locazione di immobili così da ristorare una parte delle spese di affitto sostenute.

«Un impegno a sostegno delle aree svantaggiate», aveva detto il ministro. «Peccato che di questo punteggio aggiuntivo non ci sia traccia da nessuna parte», sbotta la segretaria dello Snals. Che precisa: «Si scopre, infatti, che nemmeno per quest’anno il punteggio viene raddoppiato: il disegno di legge che lo prevedeva nel 2023 non è stato approvato».

E poi Tirabeni aggiunge: «Il contratto di quest’anno sulla mobilità 2025-28 a pagina 94 fa riferimento alla legge 90/1957 per le scuole di montagna. Ma si scopre che questa norma è stata abrogata dal Dlgs 13 dicembre 2010, n. 212 (allegato 1 parte 52). Ancora una volta i docenti sono stati presi in giro».

I corsi di abilitazione

Ma a questa «vergogna» se ne aggiunge un’altra come evidenziano Tirabeni e la collega Anna Lucia Tamborrini della Cisl scuola. «L’altra vergogna», dice la referente dello Snals, «è che i docenti che hanno superato il concorso del Pnrr 1 e sono stati assunti, per quest’anno devono seguire i corsi abilitanti, perché questo concorso, a differenza di tutti i concorsi, non è abilitante».

L’ufficio scolastico del Veneto aveva avviato un monitoraggio per capire quali corsi avviare nelle università venete per dare la possibilità a tutti i residenti di seguirli entro i confini regionali. «Ma così non è stato e ci sono decine di insegnanti che, mentre insegnano, sono costretti ad andare chi in Lombardia e chi in Emilia Romagna per seguire i corsi abilitanti, lasciandoci oltre 2.500 euro a cui si aggiunge anche la tassa regionale di oltre 50 euro, una vera assurdità. Queste persone oltre a spostarsi saranno costrette a chiedere permessi per lunghi periodi per seguire in presenza 120 ore di corso oltre a 130 ore di tirocinio. Siamo all’assurdo», sbotta Tirabeni.

A cui dà man forte la segretaria della Cisl Scuola che precisa come siamo di fronte «allo stesso problema dei corsi abilitanti sul sostegno Tfa e per Scienze della Formazione Primaria dove le università attivano corsi insufficienti a coprire il reale fabbisogno della scuola e con l’aggravante che quei pochi corsi che vengono attivati sono anche a numero chiuso e con pochissimi posti».

«Chi ha superato il concorso Pnrr 1, quest’anno è stato assunto a tempo determinato con l’obbligo di dover conseguire l’abilitazione all’insegnamento, poi il prossimo anno superare l’anno di prova, poi finalmente potrà dichiararsi assunto a tempo indeterminato. Peccato che gli atenei non attivano corsi abilitanti», dichiara ancora Tamborrini che prosegue: «Ovviamente c’è la corsa all’iscrizione a questi corsi da parte dei docenti assunti nella provincia di Belluno e non solo, e qui nasce il problema. Questi corsi prevedono delle ore di lezione che possono anche essere fatte a distanza ma anche ore di laboratorio che necessariamente devono essere svolte in presenza e qui la domanda nasce spontanea.

Come fa un docente, durante le attività didattiche a frequentare in presenza un corso a 800 km di distanza? Questo sistema non funziona», conclude anche la segretaria della Cisl.

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