Scuola e lavoro, l’alternanza funziona
BELLUNO . Preparare i ragazzi al lavoro in azienda già durante gli anni scolastici e formare le figure professionali moderne richieste dal mercato, ma che le imprese fanno ancora fatica a trovare.
Durante l’incontro di ieri tra gli studenti del Segato e alcune delle aziende bellunesi che partecipano al progetto di alternanza scuola lavoro, sono stati presentati i risultati di quanto ottenuto fino ad oggi, con riferimenti specifici ai casi di Dixell, Meccanostampi e Larin. «Molte delle nostre aziende hanno cominciato questa pratica già vent’anni fa, prima dell’obbligatorietà» ha spiegato Marco Limana, presidente del Gruppo giovani imprenditori, «se siamo qui oggi è perché la cosa funziona. Abbiamo una popolazione lavorativa sempre più vecchia, se i giovani avranno voglia di fare, le opportunità non mancheranno nel prossimo futuro, l’importante è cominciare il prima possibile per poter avere una manodopera qualificata e di qualità».
Le attività svolte nelle aziende dai ragazzi possono variare molto ma, almeno per quanto riguarda il Bellunese, l’importante è non finire a svolgere mansioni secondarie o senza rilevanza formativa: «Spesso i ragazzi sono timidi o fanno fatica ad ambientarsi», spiega Laura Trevisson di Meccanostampi, «per questo abbiamo studiato un percorso formativo interno suddiviso in quaranta ore di teoria, in cui apprendono come gestire una commessa dall’arrivo dell’ordine alla spedizione finale, e centoventi ore in reparto o in ufficio a seconda delle predisposizioni del giovane, sempre affiancati da un tutor aziendale. Da quando abbiamo avviato questo progetto, in azienda è passato un centinaio di ragazzi e circa il dieci per cento è stato poi assunto».
Gli studenti del Segato hanno potuto ascoltare anche la storia di un loro quasi coetaneo, Patrik Barattin, che frequentava il loro stesso istituto nel 2015 quando ha svolto uno stage per le aziende Larin e Mostaza di Marco Da Rin, con cui si è avvicinato alla programmazione web e durante il quale ha sviluppato un software utile per gestire proprio l’organizzazione dell’alternanza scuola lavoro: «Quando Patrik si è diplomato portando quel programma come tesi», ha spiegato Marco Da Rin, «lo ho chiamato il giorno stesso per proporgli di commercializzarlo. Con l’evolversi costante delle nuove tecnologie non possiamo aspettarci che i ragazzi escano da scuola già preparati, per questo è molto importante una collaborazione stretta tra il mondo scolastico e quello dell’impresa, con la richiesta che abbiamo oggi legata al marketing e allo sviluppo si software potremmo raddoppiare la produzione, ma si fa fatica a trovare delle figure specifiche in questi campi».
Per ora i dati di inserimento effettivo dopo gli studi nelle aziende dove svolgono l’alternanza coprono solo in parte il numero di studenti accolti dalle imprese, un cambio di rotta potrebbe essere effettuato grazie al progetto pilota lanciato da Dixell che ha deciso di fare un passo in più rispetto all’alternanza classica, facendo un vero contratto di apprendistato ad uno studente che lavorerà in azienda una volta a settimana, frequentando la scuola regolarmente gli altri giorni.
Nessuno dei presenti alla giornata sembrava condividere le parole del presidente di Confindustria di Cuneo che, nei giorni scorsi, aveva scritto una lettera ai giovani invitandoli a diventare operai per avere più possibilità di lavoro invece che studiare nei licei o all’università: «Sono contrarissimo a questo tipo di invito» ha sostenuto Salvatore Russotto, dirigente scolastico del Segato, «adesso dicono così perché le cose vanno bene, ma se dovesse esserci una nuova crisi sarebbe la bassa manovalanza a farne le spese».
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