Scuola Gabelli a prova di terremoto con sette pistoni

Presentato alle minoranze il primo stralcio dei lavori Ora servono cinque milioni per completare l’intervento
BELLUNO. Il primo stralcio, quello per il miglioramento sismico, è stato completato. Ora tocca alla seconda fase, che servirà a rendere la vechia scuola Gabelli nuovamente agibile. Per chiudere il cantiere ci vorranno dai 3 ai 5 anni. E altri 5 milioni e mezzo di euro. A spiegare l’intervento l’ingegner Ludovico De Lotto, direttore dei lavori, e l’architetto Carlo Erranti, dirigente del Comune, che ieri hanno accompagnato alcuni consiglieri di minoranza del capoluogo in un sopralluogo all’interno della storica scuola. Sopralluogo chiesto da Franco Roccon per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori di recupero dell’edificio. Insieme a lui anche i consiglieri Paolo Gamba, Giuliano Vantaggi, Bruno Longo, Raffaele Addamiano e Francesco Pingitore.


«Il primo lotto ha preso il via il 14 ottobre 2016 ed è stato ultimato il 20 luglio. A breve ci sarà il collaudo», ha spiegato De Lotto. «La prima fase ha riguardato solo gli aspetti strutturali e ha comportato una spesa di un milione di euro». Si è cominciato con il consolidamento dei solai: era stato proprio il crollo del soffitto in alcune aule la causa della chiusura della scuola, nel 2009: «I traversi portanti sono stati ripristinati per fermare i processi di arrugginimento. Abbiamo anche eseguito le prove di carico».


Le murature sono state consolidate con iniezioni di malta. Rinforzati pure i fori porta. «L’edificio presenta una forma “a elle”, vulnerabile agli aspetti sismici, specie nell’ala più lunga», ha aggiunto il direttore dei lavori. «La scuola (inaugurata nel 1934,
ndr
) era stata realizzata in muratura con zone in calcestruzzo. Tutto però senza giunti. Un intervento era stato fatto nel 1937, dopo il forte terremoto che colpì anche la città, ma i problemi erano rimasti».


E proprio per risolverli si è provveduto a rafforzare il sistema sismo-resistente con telai in acciaio: in sostanza, sono stati posizionati quelli che vengono chiamati “dissipatori sismici” (due nell’ala più corta e cinque in quella più lunga), ossia dispositivi che disperdono l’energia di eventuali terremoti. «Si tratta di pistoni che hanno trovato collocazione in sette delle cinquanta aule che compongono la scuola», ha precisato De Lotto. «Sono stati protetti con pareti resistenti al fuoco, che hanno ridotto la lunghezza delle aule di soli 40 cm».


Il primo stralcio costituisce un miglioramento sismico. L’adeguamento sarebbe servito a far sì che la scuola raggiungesse un livello di sicurezza pari a quello di un edificio nuovo. Ma per la Gabelli, datata anni Trenta e con il vincolo della Soprintendenza, non era possibile. «Si parla quindi di miglioramento», ribadisce De Lotto, «che ha raddoppiato la sicurezza sismica, portandola a oltre il 70%. E la scuola non avrà bisogno di ulteriori interventi per almeno 35 anni».


E il secondo lotto di lavori? «Servirà a rimettere la scuola a nuovo, dal punto di vista anche di controsoffitti e finiture, affinché torni agibile», ha fatto presente Erranti. Ci vorranno 5 milioni di euro. Il progetto rientra nel piano di rigenerazione urbana, per cui è in corso la gara di individuazione del professionista. Le risorse dovrebbero quindi arrivare da Roma. «C’è anche il progetto redatto precedentemente dal Comune», ha detto ancora, «con cui si era andati alla ricerca di risorse, ma il tutto sarà con ogni probabilità coperto dal bando per le periferie».


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