Scuola, mense più care con il nuovo appalto a Belluno

La gara partiva da una base di 50 centesimi in più a pasto. Il Comune copre parte della tariffa, ma è sempre più in crisi

Alessia Forzin

BELLUNO. La qualità migliorerà, in tavola finiranno tanti prodotti del territorio, ma mangiare nelle mense scolastiche costerà di più quest’anno. Il pasto base passa infatti da 5,59 euro (5,38 euro più Iva al 4%) a 6,11 euro (5,90 più Iva).

Questo è il costo fisso, che viene coperto in parte dagli utenti, le famiglie degli studenti, con tariffe differenziate sulla base di sei scaglioni Isee, e in parte dal Comune, che integra la parte “scontata”. Gli “sconti” vanno dall’8 all’80% (quest’ultimo per le famiglie con indicatore Isee sotto i seimila euro).

L’aumento è stato dettato dalla nuova gara per appaltare il servizio. L’appalto della Camst, infatti, scadrà il 31 agosto, e in primavera il Comune si era mosso per predisporre il nuovo capitolato. Il servizio sarebbe stato aggiudicato a chi avesse portato la miglior offerta tecnica e la migliore offerta economica, ovvero pasti meno cari. Ma partendo da un base di 5,90 euro più Iva a pasto (ovvero 6,13 euro). Oltre 50 centesimi in più di quello che era il costo base fino all’ultimo anno scolastico.

«Noi abbiamo trovato la gara in corso quando ci siamo insediati», premette il vicesindaco e assessore al bilancio, Paolo Gamba. «Nel capitolato è previsto un costo a pasto base di 5,90 euro più Iva, più alto rispetto a quello del precedente appalto».

Le ditte che hanno partecipato potevano offrire meno, ma non hanno potuto fare miracoli. Camst ha offerto un costo di 5,89 euro (più Iva) per ogni pasto, Dussman service e La Vela ristorazione, il raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l’appalto per i prossimi tre anni, di 5,88 (più Iva). È già previsto, inoltre, che se dovesse tornare una situazione di emergenza sanitaria, ogni pasto costerebbe 45 centesimi in più.

Lievita quindi il costo base, e di conseguenza saliranno tutte le tariffe dei vari scaglioni. Al momento, inoltre, non si sa ancora quanto il Comune potrà contribuire per sostenere le famiglie con Isee basso.

«Negli ultimi due anni c’è stato il fondo Covid, che ha permesso di tamponare la situazione, ma quest’anno quei soldi non li avremo», ricorda Gamba. «Non sappiamo nemmeno se gli scaglioni esistenti saranno adeguati a rispondere alle esigenze delle famiglie. Né quanti nuclei usufruiranno delle tariffe scontate. Lo sapremo solo dopo il primo mese di fatturazione, perché sarà Dussman a fatturare il servizio e a incassare il dovuto».

Il bilancio di Palazzo Rosso non gode di buona salute, per risparmiare il Comune è stato costretto a spegnere le luci di tutti i lampioni per tre ore e mezza ogni notte. Difficile dire adesso se ci saranno le risorse sufficienti per coprire il costo dei pasti non sostenuto dalle famiglie (per chi avrà le tariffe ridotte in base all’Isee). Ogni scenario è aperto, in questa fase. «Dobbiamo capire e verificare le disponibilità finanziarie», conclude Gamba, alle prese con una situazione di bilancio sempre più complicata.

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