Scuola, personale Ata sempre più risicato
BELLUNO. Si inizia a delineare il quadro del personale scolastico per il prossimo anno. Dopo i numeri relativi ai docenti, sono arrivati quelli del personale tecnico-amministrativo, i cosiddetti Ata. Per Belluno i dati non si discostano molto dall’anno scorso, anche se la preoccupazione del sindacato resta sempre alta. «Dal punto di vista dei numeri non ci sono grosse variazioni, ma questo non ci tranquillizza perché restiamo in grande difficoltà: i numeri sono ottenuti grazie a deroghe dell’Ufficio scolastico regionale. Ma fino a quando si potrà godere di questi benefici?», si domanda Lorella Benvegnù, segretaria della Cil Scuola di Belluno. «Per l’anno prossimo i conti tornano grazie ad una ridistribuzione del personale che viene tolto dalle scuole superiori per darlo agli istituti comprensivi con più plessi, con più alunni e più ragazzi con handicap». Per Benvegnù «siamo di fronte ad una guerra tra poveri: si toglie a chi è un po’ meno povero per darlo a chi è più povero. Ma questo sistema non può reggere».
Ma veniamo ai numeri. Per quanto riguarda il personale amministrativo si passa da 176 a 177. «Uno in più rispetto a quest’anno grazie all’incremento del numero degli alunni», dice la sindacalista. Per i collaboratori scolastici, invece, si resta a quota 555, «anche se l’Ufficio scolastico regionale aveva a disposizione 46 posti in più, ma di questi nessuno è andato al Bellunese. Il problema è che noi abbiamo tanti alunni, ma distribuiti in modo frammentato, e quindi a parità di numeri passiamo in secondo piano rispetto a chi concentra quei dati in un unico istituto. E così siamo sempre bastonati». Confermati anche i 73 assistenti tecnici, mentre calano i Dsga che arrivano a 35, cioè i dirigenti amministrativi «in considerazione del fatto che abbiamo quattro scuole sottodimensionate (I.C. di Lamon, di Forno di Zoldo e di Domegge e la scuola media Rocca di Feltre). In queste scuola non andrà il dirigente amministrativo di ruolo ma saranno presi a scavalco. Inoltre a Belluno, per la costituzione dei tre istituti comprensivi, da 5 Dsga si passerà a 3. Per cui i due rimasti senza posto dovranno essere spostati su sedi libere in provincia», dice Benvegnù che però si dice preoccupata per il futuro.
«Le scuole stanno chiedendo conto ai Comuni dei servizi che svolgono per loro conto gratuitamente, come la sorveglianza dei bimbi in attesa del pulmino che li porti a casa. Essendo il personale risicato e non avendo più soldi per pagare gli straordinari, le istituzioni scolastiche dovranno chiedere agli enti locali quelle risorse. E quindi sarà difficile gestire il servizio. Se questo sistema diventa strutturale, bisognerà ripensare al servizio».
Paola Dall’Anese
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