Scuola, precari senza stipendio da mesi

Sono quelli con le supplenze brevi. «Anche se lavoriamo rimaniamo sempre in difficoltà economica»

BELLUNO. Da due mesi non percepisce lo stipendio e intanto i conti da pagare aumentano e così pure le more da corrispondere. Sono tempi duri per i precari della scuola sempre alle prese con un lavoro fisso che non arriva e problemi economici che impediscono di poter sbarcare il lunario in maniera dignitosa.

«È una situazione che si ripete tutti gli anni per noi lavoratori che abbiamo una supplenza breve. Assunta a settembre con l’inizio della scuola, ho percepito gli stipendi dei primi due mesi, poi più nulla», racconta una collaboratrice scolastica alla scuola materna di Ponte nelle Alpi, da 10 anni in attesa di avere il tanto sospirato posto fisso. «Non si sa di chi sia la colpa di questa situazione: il Miur rinvia alla scuola, la scuola al Ministero. E alla fine siamo noi lavoratori a farne le spese».

E di spese da pagare in questi due mesi di vita senza soldi ce ne sono molti. «Ho le bollette di luce, acqua e gas, senza contare l’affitto: da due mesi sto chiedendo al mio padrone di casa di attendere il pagamento. Praticamente per noi precari tutto l’anno lo passiamo da sfigati e con l’ansia. Ogni anno ci fanno vivere male, lavorare male».

Un pessimismo che è anche rassegnazione per coloro che non vedono una prospettiva di certezza all’orizzonte.

«Sono centesima in graduatoria dopo 10 anni di precariato e quindi a meno che non vengano assunti tutti in breve tempo, le mie prospettive non sono delle migliori. Il problema di noi precari è che abbiamo diritti totalmente diversi da quelli dei lavoratori di ruolo, noi non possiamo ammalarci, noi veniamo pagati, quando succede a scadenza giusta, il mese successivo a quello in cui abbiamo lavorato mentre quelli con contratto a tempo indeterminato nel mese stesso di pertinenza».

Il problema alla base pare sia dovuto al fatto che il Miur all’inizio dell’anno stanzia un budget per ogni scuola in base al bilancio storico: se però le supplenze superano quella somma allora sorgono i problemi perché non ci sono i soldi per pagarle. E se l’anno scorso a trovarsi in questa situazione erano circa 60 mila persone in Italia, quest’anno quantificarle è ancora difficile.

Intanto però col nuovo anno è arrivata una novità per i dipendenti scolastici. Il governo, infatti, ha deciso di riprendersi gli aumenti percepiti per gli scatti di anzianità.

La nota del Ministero dell’economia e finanza parla di trattenute mensili di 150 euro dalla busta paga di gennaio. E per chi aveva programmato il pensionamento da settembre 2014 perché aveva maturato lo scatto, dovrà rimanere un altro anno per vantare sul trattamento pensionistico lo scatto agognato. E su questo i sindacati sono pronti a dare battaglia. (p.d.a.)

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