Scuola, sondaggio sulla settimana corta
AGORDO. «Non dobbiamo avere fretta, dobbiamo trovare la condivisione». In attesa del sondaggio ufficiale sulla scelta della settimana corta, lunedì sera in sala "don Tamis" ad Agordo si è svolto un incontro molto partecipato che ha ricordato ai genitori la necessità di sentire il parere dei docenti e ai docenti quella di sapersi mettere in gioco per nuove sfide didattiche ed educative. E ad entrambi che al centro di ogni ragionamento educativo ci deve essere la crescita dei ragazzi.
I relatori invitati dal consiglio del Comprensivo di Agordo non hanno potuto dire se la settimana corta sia lo scenario ideale per educare gli alunni della scuola media di Agordo a partire dall'anno scolastico 2017-18. Ma non era quello che si chiedeva loro. Le riflessioni e le testimonianze portate da Fernando Cerchiaro, dirigente tecnico all'Usr Veneto, Emilio Guerra, già dirigente scolastico della "Nievo" di Belluno, da Gina Doro, già dirigente scolastico del comprensivo di Quero, e da Cesarina Xaiz del laboratorio psicoeducativo di La Valle sono state però molto utili per consentire ai genitori, agli insegnanti e agli amministratori presenti di riflettere, anche criticamente, su se stessi.
Cerchiaro ha invitato all'ascolto dell'altro che contenga in sé anche la possibilità di modificare la propria opinione. Ha parlato di autonomia scolastica e di alleanza educativa, invitando la scuola in generale a non diventare autoreferenziale, ma a mettersi in dialogo col territorio, accettando di venire verificata. Ha però anche richiamato tutti sulla necessità di mettere al centro del progetto educativo la crescita della persona. «Serve interazione tra genitori e professori», ha ribadito Guerra «bisogna che la scuola divenga il cuore del territorio e il ragazzo sia accompagnato ad acquisire una personalità armonica. Con quale modalità oraria? Come volete. Quando dovrete ragionare sulla scelta, però, ragionate bene tenendo conto dei ragazzi con handicap, Dsa o Bes. Ragionate sui tempi per questi ragazzi e sui loro tempi di attenzione. È più importante far risparmiare un sindaco economicamente o formare una personalità valida che è il nostro futuro? Se si fa una settimana corta serve poi la condivisone del collegio docenti. Pensate al bene dei vostri figli».
Gina Doro ha invece portato la sua esperienza di settimana corta con due rientri di due ore e mezza ciascuno all'insegna della didattica laboratoriale alle medie di Quero e Alano. «Ho trovato dei vantaggi», ha detto «gli alunni frequentavano volentieri, c'è stato un boom di iscrizioni anche da fuori provincia, i due giorni di riposo erano proficui, le ore di 50 minuti erano più adeguate ai tempi degli alunni, con i 10 minuti "recuperati" siamo riusciti a offrire una varietà di proposte didattiche e di progetti. Se non c'è un collegio che crede in questo, però, non si fa nulla: da me c'erano insegnanti motivati che si sono dati da fare e hanno creato una cosa flessibile, ma funzionale. C'era molta collaborazione».
«Ma gli insegnanti delle medie di Agordo», ha chiesto una mamma quando ha riflettuto sul fatto che una settimana corta può essere proficua se c'è una condivisione dei docenti, «sono motivati e hanno voglia di rimettersi in gioco?». Cesarina Xaiz ha infine sottolineato che «la scuola ha un compito importantissimo perché l'educazione viene prima di qualunque tipo di terapia». «Bisogna fare», ha detto «ciò che si ritiene utile all'educazione: non è tanto l'orario, ma il tipo di organizzazione che tenga conto di tutte le persone che ci sono nella scuola anche quelle in difficoltà che sono una risorsa».
Gianni Santomaso
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