Scuola: supplenti senza stipendio da ottobre

La denuncia della Cgil: «Presto chiederemo il pignoramento dei beni delle scuole»
Una insegnante durante una spiegazione in classe
Una insegnante durante una spiegazione in classe
BELLUNO. Vita dura, o meglio dire grama, per tanti supplenti temporanei, quelli nominati direttamente dai dirigenti scolastici, in provincia di Belluno. Sono una quindicina e da ottobre non percepiscono più lo stipendio, perchè il ministero dell'Istruzione non ha inviato agli istituti i soldi necessari. Da sei mesi questi insegnanti non hanno più vita. A denunciare «una situazione drammatica, quanto inammissibile», è il segretario della Flc Cgil, Walter Guastella. «A essere interessati da questa situazione sono i docenti di alcuni circoli didattici di Belluno. Parliamo di una quindicina di persone e alcuni di questi si sono rivolti al nostro sindacato per chiedere aiuto», spiega Guastella, che aggiunge: «Dopo aver percepito lo stipendio regolarmente a settembre, dal mese successivo non hanno visto più un euro». E si può immaginare cosa significhi vivere senza soldi per sei mesi. «La cosa tragica è che si tratta per lo più di docenti fuori sede, persone che devono pagare l'affitto di un'abitazione, le bollette e il cibo. Vivendo lontano dalla loro residenza, non possono certo contare sull'aiuto o su un pasto caldo a casa dei genitori». Una situazione disumana. «Stiamo parlando di persone costrette a farsi spedire tramite vaglia postale i soldi dalla famiglia. E poi dicono che i giovani sono dei bamboccioni. Queste persone sono costrette ad elemosinare ogni giorno quanto è loro dovuto. Una condizione a dir poco imbarazzante e umiliante, che va contro ogni principio su cui si basa una società civile». Ma la Cgil non è rimasta a guardare. «Abbiamo presentato una diffida di pagamento alle scuole interessate. Non avendo avuto risposta, abbiamo inviato l'ingiunzione: se entro dieci giorni non avremo riscontro, siamo pronti a chiedere al giudice del lavoro il pignoramento dei beni dell'istituto stesso. Forse a Roma non si rendono conto degli effetti tragici che i tagli stanno creando». Intanto la Flc si sta preparando a presentare i ricorsi al giudice del lavoro per un'ottantina di docenti precari che lavorano da tre anni con contratti fino a giugno o agosto. L'obiettivo è ottenere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato e la ricostruzione di carriera. «Si tratta di una vertenza con valenza politica. Vogliamo spingere il Miur a stabilizzare molti docenti e a bloccare i tagli, quell'ultima tornata che prevede in Veneto un'ulteriore decurtazione di 1400 cattedre. In molte città italiane questi ricorsi hanno avuto successo. La speranza è che chi di dovere dia risposte positive anche a noi».

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