Scuolabus, finisce in tribunale il bando di Palazzo Rosso

L’attuale gestore del servizio, Cssa ha presentato ricorso al Tar Veneto per la sua esclusione. «Andiamo avanti»
Di Paola Dall’anese
Palazzo Rosso sta fronteggiando un problema di carenza di organico nel settore bilancio
Palazzo Rosso sta fronteggiando un problema di carenza di organico nel settore bilancio

BELLUNO. Finisce in tribunale l’aggiudicazione del servizio di trasporto scolastico del comune di Belluno, rendendo incerto il nome di chi dovrà da settembre occuparsi del servizio stesso.

Da un lato, infatti, c’è la cooperativa veneziana Cssa che dal 2010 gestisce lo scuolabus nel capoluogo che lamenta il fatto di essere stata esclusa dalla gara «con motivazioni che abbiamo contestato nel ricorso presentato già al Tar del Veneto, ignorando il fatto che disponiamo in concreto di tutti i requisiti e i beni strumentali per l’esecuzione del servizio», dice il legale rappresentante della società, Gianfranco Magnoler che contesta l’assegnazione dell’appalto, per ora in via provvisoria, «a un raggruppamento di imprese che non avrebbe i requisiti richiesti per la partecipazione alla procedura». Dall’altro lato c’è il Comune di Belluno che ha redatto il bando e che ha provveduto alle operazioni necessarie per l’aggiudicazione.

La gara europea per il trasporto scolastico per gli anni scolastici 2016-2021 (prorogabile al 2024) era stata indetta agli inizi del 2015 per un importo di 4.989.400 euro. In attesa di aggiudicarla, Palazzo Rosso era stato costretto a prorogare di un anno il contratto, che scadeva proprio nel 2015, alla cooperativa veneziana, fino al 31 agosto 2016.

Alla gara hanno partecipato tre candidati: la Cssa appunto, Trotta Bus e il raggruppamento temporaneo di impresa (ati) costituito da due ditte toscane: Ecoal srl di Ponsacco (Pisa) e B&B Service di Pietrasanta (Lucca). Al termine delle procedure che hanno visto l’aggiudicazione provvisoria da parte della commissione esaminatrice al raggruppamento toscano, è scattato il ricorso con richiesta di sospensiva al Tribunale amministrativo regionale del Veneto da parte di Cssa, che si è vista escludere dalla procedura di appalto. Ma il Tar l’11 maggio scorso si è espresso negando la sospensiva, e rinviando al 6 luglio prossimo l’udienza per entrare nel merito del ricorso. L’esito di questa udienza sarà importante ai fini dell’aggiudicazione definitiva dell’appalto. Ma Cssa, che confida nella riammissione alla gara, non intende cedere facilmente e annuncia che «in caso di esito avverso da parte del tribunale amministrativo», come sottolinea Magnoler, «siamo pronti a percorrere tutti i gradi di giudizio, compreso l’appello al Consiglio di Stato, per ottenere giustizia e vedere presa in considerazione la nostra offerta. Quello che chiediamo è solo che il Comune di Belluno esanimi e valuti la nostra offerta, nella certezza che questa sia la migliore e meriti di vincere la gara. Riteniamo, infatti, di avere motivi sufficienti per avere ragione e dimostrare la bontà della nostra offerta».

Poi il legale rappresentante evidenzia come «il fatto che siano state escluse due su tre delle ditte partecipanti alla gara, lasciando un solo concorrente, porta ad una frustrazione del principio di concorrenza». La cooperativa veneziana se la prende con la commissione di gara lamentandone «il comportamento che a nostro avviso contrasta con le regole della gara».

La partita quindi è ancora tutta da giocare.

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