Belluno, costa troppo lo scuolabus per i bimbi di Piandelmonte, niente servizio per due famiglie

Servono 22 mila euro, l’assessore Dal Pont: «Spesa difficile da sostenere». Il Comune propone un contributo per pagare un trasporto privato, la consigliera Cassol: «Non è questa la soluzione, il servizio va garantito»

Alessia Forzin
Lo scuolabus non arriva a Piandelmonte, due bambini senza pulmino
Lo scuolabus non arriva a Piandelmonte, due bambini senza pulmino

 

Lo scuolabus non arriverà a Piandelmonte in quest’anno scolastico. Nessuna buona notizia arriva dal consiglio comunale per le due famiglie che da mesi sono costrette ad arrangiarsi per portare i rispettivi figli a scuola. Non è prevista una linea di scuolabus fino alle terre alte, e la ditta che ha in appalto il servizio - cui il Comune si è rivolto per avere un preventivo di estensione del percorso - ha chiesto 22 mila euro per portare il pulmino fino a Piandelmonte. «Una spesa difficile da sostenere», ha spiegato l’assessore al sociale e alle frazioni, Marco Dal Pont, nel consiglio comunale di venerdì.

A portare in aula a Palazzo Rosso il tema dello scuolabus negato ai due bambini che vivono a Piandelmonte è stata la consigliera del Pd Maria Teresa Cassol. «Dal 1963 lo scuolabus è sempre stato assicurato, fino a Castion», ha ricordato. «Il servizio è stato sospeso qualche anno fa per la mancanza di bambini, ma adesso ci sono due famiglie che ne hanno fatto richiesta. Quali risposte sono state date alle famiglie?».

All’assessore Dal Pont va dato atto di essersi interessato alle criticità delle terre alte. Ha contattato le famiglie, cercando una soluzione, ma la proposta fatta non è quella che mamme e papà si aspettavano. Non l’ha detta, in aula, ma si tratta di dare un contributo economico ai genitori affinché possano pagare un servizio di trasporto dei figli per raggiungere le scuole. Il Comune avrebbe anche individuato dei volontari nella frazione per effettuare il servizio. Niente scuolabus, fino a Piandelmonte, ma un servizio di fatto privato. «Le famiglie dovevano farmi sapere cosa ne pensano, sto ancora aspettando una risposta», ha detto in aula l’assessore.

«In realtà io gli ho già detto che non può essere questa la soluzione», spiega però Lisa Sponga, mamma che vive a Piandelmonte con un bambino di 7 anni e un altro in arrivo. Tutte le mattine Lisa porta a scuola il figlio e quando le lezioni finiscono lo va a riprendere. «Io e l’altra famiglia della frazione abbiamo chiesto lo scuolabus, ci è stato risposto che può essere attivato solo se ci sono almeno tre bambini che lo utilizzano e qui sono due», ricorda. «Io non voglio un contributo economico, qui il tema non sono i soldi. È avere lo scuolabus per mio figlio». Anche perché a febbraio, quando Lisa diventerà mamma per la seconda volta, sarà molto complesso per lei portare il figlio più grande a scuola.

«Chiediamo di avere un servizio che c’è nel resto della città. Non può essere una soluzione affidare il trasporto dei bambini a dei volontari». C’è un delicato tema di assicurazioni dietro le preoccupazioni della donna. «Non ho nulla contro le persone che sono state individuate dal Comune, ci mancherebbe. Ma stiamo parlando di bambini: se succedesse qualcosa lungo il tragitto?».

Ma le richieste di Lisa Sponga e dell’altra famiglia di Piandelmonte quest’anno rimarranno tali. La spesa di 22 mila euro per estendere la linea dello scuolabus fino a Piandelmonte «è difficile da sostenere», ha spiegato Dal Pont. Ricordando anche che la soluzione del contributo economico è già stata praticata, per una famiglia che abitava a Valdart, per due anni scolastici. Contributo, non lo scuolabus, che a Valdart non riusciva ad arrivare.

«Non va bene questa soluzione», ha ribattuto Maria Teresa Cassol. «Il servizio di trasporto scolastico va garantito, e lo deve garantire il Comune. Di nuovo date la colpa al capitolato, che prevede l’attivazione di una linea se ci sono almeno tre bambini. Ma i capitolati si possono integrare».

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