«Sdoppiamenti? Ok, ma solo in casi di emergenza»

BELLUNO. A lamentarsi dell’aumento delle reggenze sono gli stessi amministratori locali delle zone interessate. «Una situazione del genere può essere accettata soltanto se si tratta di un’emergenza,...

BELLUNO. A lamentarsi dell’aumento delle reggenze sono gli stessi amministratori locali delle zone interessate. «Una situazione del genere può essere accettata soltanto se si tratta di un’emergenza, ma non può essere una prassi, come pare stia diventando».

Da Auronzo parte l’allarme del sindaco Daniela Larese Filon: «Basta, non è possibile andare avanti così. Mancando un concorso per nominare nuovi dirigenti, l’amministrazione scolastica è costretta ad assegnare in reggenza alcuni istituti comprensivi a dirigenti già titolari di altre scuole. E questo non può che aggravarne il lavoro», lavoro che poi non è neanche remunerato equamente come hanno evidenziato alcuni di loro.

«Sicuramente per i presidi la situazione è davvero pesante», prosegue Larese Filon, riferendosi soprattutto alla dirigente divisa tra le scuole di Auronzo e di Ponte nelle Alpi. Cinquanta chilometri di strada di montagna, da percorrere sotto la pioggia, la neve e il ghiaccio, con tutti i disagi che ne conseguono. «La nostra dirigente è stata brava a gestire queste due sedi distanti tra loro», precisa l’assessore all’istruzione del comune pontalpino Lucia Da Rold. «Ma resta comunque un disagio non indifferente. Una situazione del genere non dovrebbe nemmeno esistere. Si consideri che soltanto a Ponte sono ben sei i plessi da gestire, dislocati in frazioni diverse».

Non solo il dirigente scolastico deve andare da Ponte ad Auronzo, ma all’interno del singolo istituto comprensivo deve anche muoversi da una scuola all’altra per conoscere i bambini, le persone che ci lavorano e fare le riunioni. Una situazione complessa. «Per fortuna i presidi possono contare su alcuni collaboratori all’interno delle scuole che li supportano nelle loro attività».

Stesso problema ad Auronzo, «dove le scuole sono divise tra Auronzo, Vigo, Lozzo e Lorenzago. È già impegnativo se uno avesse soltanto un istituto comprensivo», dice Larese, «figurarsi doversi dividere con Ponte nelle Alpi. Così non va bene», conclude la presidente della Provincia, «è un problema che va risolto al più presto, anche perché credo che mentalmente sia difficile e molto impegnativo gestire in una volta decine di scuole. Non può consolidarsi un sistema del genere, non può essere la regola, ma l’eccezione».

«Bisogna fare subito il concorso», sbotta Milena De Carlo, segretaria dello Snals provinciale. «E i parametri di giudizio in Veneto dovrebbero essere uguali a quelli del Sud Italia. Con queste reggenze c’è il rischio che tra incombenze burocratiche, amministrative ed economiche i dirigenti non possano dedicarsi ad approfondire temi pedagogici e didattici, a scapito, quindi, dell’offerta educativa». (p.d.a.)

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