«Se fallisce la Scoter scende il sipario sull’intera skiarea»

San Vito. Il consorzio Cadore Dolomiti organizza un incontro per spiegare perchè è necessario che la società resti in vita

SAN VITO. Il consorzio Cadore Dolomiti si interroga sul futuro della società Impianti Scoter. E' stato così organizzato per martedì 25 alle 20.30 (in sala polifunzionale) un incontro pubblico per capire il futuro, i rischi e le opportunità che si celano dietro la cessione della quota del Comune, che è proprietario del 96,69% della società che gestisce la ski area sanvitese.

«Abbiamo organizzato questo incontro», spiega Tarcisio Fiori, presidente del consorzio Cadore Dolomiti, «per stimolare gli operatori turistici locali. Senza gli impianti di risalita a San Vito, come in tutta la Valboite, siamo fuori dai giochi turistici. Se la skiarea sanvitese dovesse chiudere perderemmo tutto l'appeal turistico e, di conseguenza, ci sarebbe un drastico calo di vacanzieri e dell'indotto relativo. Questo è un dato di fatto da cui partire per aprire il dibattito. Bisogna prendere coscienza del valore turistico che la società ha ed eventualmente intervenire».

L'ipotesi paventata dall'ex sindaco Andrea Fiori, quella che ci potesse essere una cordata di imprenditori locali che acquisisse le quote del Comune, inizia quindi a prendere piede. Sino adesso è sempre stata l'amministrazione comunale ad investire sulla società.

Nei mesi scorsi sono state aperte due aste, entrambe andate deserte, per la cessione della quota comunale. L'asta della municipalizzata è stata un passaggio che il commissario Nicola De Stefano, che regge il Comune, ha dovuto fare in base alla Finanziaria che prevede che le amministrazioni comunali debbano liquidare o cedere le partecipate che sono in passivo da più di tre anni. All'asta andava il 96,69 % della società, il cui bene consiste in sciovie, seggiovie, skilift e similari, impianti di innevamento e attrezzature necessarie a mantenere i tracciati. La prima volta le offerte avrebbero dovuto arrivare entro il 20 novembre. L'importo a base d'asta per la prima gara era di 405 mila euro. Da questa cifra gli interessati potevano partire al rialzo. La seconda asta scadeva il 30 dicembre. L'importo era stato ribassato a 365 mila euro ed erano scesi anche gli anni nei quali il futuro acquirente si sarebbe dovuto impegnare a tenere la ski area aperta: da 5 a 2.

«Non possiamo rischiare che la Scoter venga liquidata e la skiarea chiusa», conclude Fiori, «quindi abbiamo deciso di riunire tutti i cittadini perché si possano trovare delle soluzioni al problema».

Alessandra Segafreddo

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