Segato e Sedico cambiano i presidi; chiesti 47 docenti in più
BELLUNO. Cambio al vertice in alcune scuole bellunesi. Salvatore Russotto, attuale preside dell’Iti Segato, da settembre andrà a dirigere l’Istituto comprensivo di Ponte nelle Alpi al posto di Orietta Isotton; Lucia Savina, dirigente del Comprensivo di Sedico-Sospirolo, si trasferirà al Comprensivo Belluno 3, ora retto da Fulvio De Bon in reggenza. Da capire chi prenderà il posto di Russotto e Savina.
Intanto si fa sentire la carenza di docenti per il prossimo anno scolastico, tanto che la dirigente dell’ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame ha inviato una comunicazione al ministero dell’Istruzione per chiedere nuovo personale nell’organico di fatto. In provincia di Belluno mancano 47 docenti: uno nella scuola dell’infanzia di Cibiana di Cadore, 15 alle primarie (a Villabruna, Tambre, Sappada, Gosaldo, Rivamonte, Taibon, Rocca Pietore, Selva di Cadore, Falcade, Sovramonte, Farra di Feltre, Serene del Grappa, Villa di Villa e Quero), otto alle medie (a Puos d’Alpago, Livinallongo e Fonzaso) e 23 alle superiori (al Catullo per i corsi serali e normali, all’istituto Della Lucia, al Rizzarda e al Linguistico Dal Piaz di Feltre, all’Iti di Pieve di Cadore, all’Ite di Santo Stefano, al liceo artistico di Cortina, all’Iti e Ipsia di Agordo, all’Istituto tecnico tecnologico di Falcade).
«Si tratta di insegnanti», interpreta Milena De Carlo (Snals), «che andrebbero a colmare le lacune dovute alla presenza di studenti con handicap, al soprannumero di studenti nelle classi o a sostenere le necessità di maggiori pluriclassi». Complessivamente, in Veneto, l’Ufficio regionale ha chiesto al Miur 3.013 docenti in più.
Nella lettera della dirigente Beltrame sono state analiticamente motivate, istituto per istituto, plesso per plesso, sezione per sezione, classe per classe, «le necessità di posti aggiuntivi per il rispetto dei parametri normativi e per evitare la formazione di classi in situazioni di affollamento che non sono consentite dalle norme vigenti», spiega la sindacalista. Ma anche per evitare «i pesanti disagi sociali e le proteste di famiglie, sindaci e associazioni, che potrebbero generarsi in Regione se, in vista del riparto dei 31 mila posti di organico di fatto, il Miur non tenesse conto delle richieste per assicurare la funzionalità del servizio».(p.d.a.)
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