«Seguiremo le indicazioni della Regione»

Sulle vaccinazioni necessarie per nidi e materne, il presidente provinciale Fism, Burlon è d’accordo

BELLUNO.

«Se arriverà l’indicazione chiara da parte della Regione noi l’applicheremo, in quanto siamo a tutti gli effetti scuole pubbliche».Così il presidente della Fism di Belluno, Igor Burlon commenta la decisione della giunta veneta di correre ai ripari contro la flessione delle vaccinazioni infantili introducendo non solo la richiesta del certificato vaccinale all’atto dell’iscrizione ai nidi e alle scuole dell’infanzia, ma anche promettendo riduzione di contributi a quelle scuole paritarie che non seguiranno queste indicazioni.

«Ci rimettiamo alle indicazioni venete, comunque uno dei principi fondanti del nostro statuto è che a nessuno viene negata l’iscrizione». Poi, per quanto riguarda i fondi che dovrebbero tagliare, «sarebbe importante che la Regione pagasse a scadenza quanto dovuto visto che ad oggi avanziamo ancora i soldi di tutto il 2016. Anche dal Miur stiamo attendendo il saldo dell’anno scolastico 2015-2016 e un anticipo di gran parte del 2016. Per quanto riguarda poi il Comune abbiamo siglato da poco una nuova convenzione, in cui si riconoscono due fondi: quello scuola a sostegno delle attività scolastiche e quello famiglia per abbattere le rette in base all’Isee, la somma prevista è di 150 mila euro».

Le nuove disposizioni regionali potrebbero mettere in discussione il principio per cui a nessuno si nega l’iscrizione. E in causa saranno chiamati anche i sindaci. Infatti, secondo quanto dichiarato dal governatore Zaia, la documentazione vaccinale acquisita dagli asili verrà trasmessa al Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) che fornirà un parere sul rischio di ammissione del bambino non vaccinato in rapporto al tasso di copertura del territorio, alla situazione epidemiologica e anche della presenza nella comunità infantile di bambini che non possono essere vaccinati per specifiche condizioni di salute. La segnalazione del bimbo non vaccinato verrà inviata al sindaco del Comune competente in quanto autorità sanitaria locale, al quale spetterà l’eventuale decisione di disporre, con propria ordinanza, il temporaneo allontanamento del bambino o la sua non ammissione alla struttura.

Su questo punto il primo cittadino del capoluogo amplia il discorso: «Se l’esito di aver tolto l’obbligatorietà della vaccinazione nel 2007 ha fatto sì che a dirimere la questione ora sia il sindaco, è chiaro che questa sperimentazione inizia a mostrare dei lati deboli. È anche chiaro che se fino a ieri c’erano soltanto dei casi isolati di malattie, con l’abbassamento della copertura vaccinale si potrebbe creare un problema di salute pubblica e in questo caso l’interesse del benessere generale sarebbe superiore a quello individuale».

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