Sei amici e tante cartoline

Da una piccola idea è nato un tormentone decennale
Eravamo quattro amici al bar, dice la canzone. In questo caso erano in cinque; poi sono diventati sei. E non so se un bar ci fosse veramente, dietro l'inizio di questa storia.  Comunque prendiamola così: cinque amici (poi sei) decidono di farsi fare una foto speciale per mandare degli auguri di Natale un poco diversi dal solito. E fin qui, l'idea è semplicemente una idea.  Poi, però, gli amici pensano che per fare le cose speciali bisogna mettersi d'impegno: ambientazione, luci, soggetto. La foto deve raccontare una storia, che diamine! E così eccoli prendere in prestito da una nota chiesa cittadina un certo numero di tonache, allestire un set nella pieve sotto al Bosco delle Castagne, e farsi immortalare come cinque giovani preti. Un centinaio di copie, ancora in stampa fotografica (una chicca ricercatissima, oggi: chi ce l'ha, se la tiene stretta).  Ma la storia è cominciata: già aumentati di uno nel 1996, i nostri iniziano a trasformarsi. Sono boscaioli sul Col di Roanza, panettieri in un noto forno cittadino, avventori e camerieri d'inizio secolo al Caffè Commercio, scolari con grembiule e fiocco in una nota scuola cittadina, cowboy (pur non essendo mai saliti prima su un cavallo) in stile "I magnifici 7", pompieri grazie alla collaborazione di un noto papà di un noto amico che rende disponibile una nota caserma di vigili del fuoco. Il gioco al rilancio è cominciato. E la posta è: stupire.  Nel frattempo, la squadra si è stabilizzata: l'art director rimane, dalla prima puntata, Guido Beretta; l'obbiettivo passa in mano ad Andrea De Martin. E gli attori sono Federico De Luca, Dino Simonetto, Josè Soccal, Gianluca Cardanini, Claudio Baldovin, oltre a Marco Palma, che diventa anche lo storico del gruppo (tutte le avventure della cartolina sono scrupolosamente registrate nel sito www.marcopalma.com).  «La cosa che mi piace di più è che, quando ci si trova, si sa già tutto - racconta Guido Beretta, che cura anche la grafica della cartolina - è come un film che ogni anno si ripete; gli attori sono affiatati, ognuno ha il suo carattere».  
Però a un certo punto avete fatto un salto...  
«Sì, la svolta è stata nel 2006. In fondo, affittare un cavallo non è più costoso di un volo low coast, ci siamo detti. E così abbiamo deciso per Londra, in versione uomini d'affari con bombetta. Siamo partiti la sera, la sera successiva eravamo a casa. In mezzo, abbiamo comprato giornali e ombrelli. La giornata era grigia, ma arrivati a un certo punto sul Tamigi, il cielo si è aperto. La cosa più divertente era che a Londra non vedevi nessuno vestito da uomo d'affari londinese, e i turisti chiedevano ai ragazzi di fermarsi per fare la foto con loro».  
Ma non tutti vi hanno creduto...  
«Sì: finché non è stato pubblicato il video. L'anno successivo abbiamo è stato ancora più difficile. Ma, grazie a una nota piscina di una nota città veneta, ce l'abbiamo fatta: uno scatto acquatico sottomarino. E bisogna dire che uno dei ragazzi non sapeva nuotare: avevamo una amica che gli lanciava il salvagente ogni volta che riemergeva».  
Ma la cartolina a chi va?  
«Agli amici. Agli amici degli amici. E poi, uno di noi ha sempre avuto il compito di spedirla ufficialmente; in questi anni, è arrivata al Papa e al Presidente della Repubblica, per esempio. Che ci ha anche risposto, una volta».  
E per l'anno prossimo? Il toto-scommesse sarà già partito, no?  
«Certo. In realtà non c'è ancora nulla di deciso: abbiamo due proposte che rinviamo da anni. Si tratta di luoghi quasi inaccessibili, e la situazione è interessante, anche se non basta sempre da solo il luogo per fare la cartolina. Ma è anche vero che nell'aria è rimasta anche la voglia di tornare a fare qualcosa on-the-road».  
Segreto assoluto?  
«Assoluto. Però abbiamo le orecchie aperte ai suggerimenti: ormai è una tradizione che gli amici, e gli amici degli amici, ci propongano le idee che hanno. E, in questo, sono tutti molto preziosi. Accettiamo suggerimenti».  
Ma vi immaginavate che sareste andati avanti per tutto questo tempo?  
«Sinceramente no: era un'idea, poi è diventata un'idea con scherzo, poi una sfida con gli anni passati. E adesso è una tradizione. Ma anche noi siamo sorpresi che la storia sia andata così avanti: ci hanno chiesto anche di fare il calendario, visto la quantità di belle foto passate che abbiamo scartato. Materiale ce ne sarebbe: ma non siamo mica Belen. Però...».  
Però?  
«Però il 2014 siamo al secondo anniversario. E allora bisognerà celebrarlo degnamente».  Insomma, questa volta è necessario: il bel gioco non può più durare poco.  

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