Sei milioni per le briglie di filtrazione sulla frana di Acquabona a Cortina

A breve il via alla gara per realizzare l’ultimo baluardo contro un’eventuale frana prima che i detriti invadano l’Alemagna

CORTINA. Prosegue la progettazione da parte dell’Anas delle opere destinate a mettere in sicurezza la frana di Acquabona.

Nelle prossime settimane sarà aperta la gara per la realizzazione di quattro briglie di filtrazione a sud della colata, opera per la quale Anas ha un budget di 6 milioni frutto dell’accordo quadro siglato col Governo. Le briglie saranno l'ultimo baluardo della colata, prima di arrivare alla strada e poi al torrente Boite. Serviranno per filtrare ulteriormente il materiale e far arrivare verso il Boite l'acqua senza sassi e grossi massi. Si provvederà successivamente a realizzare quattro tombotti (ampi quattro metri per tre l'uno) che avranno lo scopo di far passare il materiale sotto la Statale e di farlo arrivare prima del torrente. Dal 2015, secondo i geologi, ci sono state quattro grosse colate che hanno scaricato tonnellate di materiale. Ora ci si appresta ad una fase meno movimentata. Le analisi effettuate rivelano infatti che nei prossimi anni le colate dovrebbero essere meno intense e meno cariche di materiali. Ad ogni modo se dovesse scendere ancora la frana i mega invasi realizzati, le future briglie e i tombotti dovrebbero far sì che la Statale non venga invasa di melma e sassi e quindi chiusa.

La situazione aggiornata. Nel frattempo sono stati eseguiti numerosi lavori ai piedi del Sorapis, dove negli ultimi anni la frana è scesa numerose volte tra la primavera e l'autunno, si è riversata sulla Statale causando disagi ai lavoratori pendolari ed ai turisti. Sopra la strada è stato realizzato un alto muro di ghiaia, utilizzando il materiale colato tra il 2015 e il 2016. Dopo il muro vi è un enorme invaso alto circa 8 metri e molto lungo. Dall'invaso sono stati scavati degli ampi canali sia verso Cortina e sia verso San Vito che servono a far defluire il materiale che eventualmente scendesse ed a rallentare la velocità della colata. Salendo più in alto ancora, ci sono altri maxi invasi pronti a contenere materiale detritico.

Cosa accadrebbe in caso di nuove colate? Se dovesse piovere e si dovesse muovere la frana, la colata oggi troverebbe prima spazio nei maxi invasi posizionati più in alto e poi scenderebbe tramite i canali sino all'ultimo ampio invaso dove, oltre ad entrare nel vascone, potrebbe anche spalmarsi ai bordi, per varie decine di metri. L'Anas è poi pronta ad intervenire per svuotare gli invasi.

Il monitoraggio. E' stato installato anche un nuovo sistema di monitoraggio. Dai piedi della montagna ai bordi della strada ci sono sei stazioni , munite di pannelli solari, legate da un cavo. Ad ogni minimo movimento del terreno, le stazioni fanno scattare sul rosso i semafori posizionati sulla Statale. Le stazioni sono poi collegate ai numeri di cellulare tramite i quali scatta l'emergenza. Il rosso dei semafori farà sì che le auto in transito si fermino. Anas ha volutamente tarato il sistema al minimo movimento, in quanto è meglio essere prudenti e far bloccare il traffico una volta in più piuttosto che rischiare che la colata, che in passato ha avuto anche una velocità di 90 chilometri orari, possa colpire gli automobilisti. Una volta scattata l'allerta sul posto interverranno le forze dell'ordine e gli addetti di Anas pronti a ripulire gli invasi ed eventualmente la carreggiata se dovesse colare materiale.

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