«Sei una donna e quindi devi stare zitta»

Un uomo a processo per maltrattamenti e lesioni alla moglie, le diceva anche come vestirsi

BELLUNO. Costretta ad un regime di sudditanza domestica, umiliata con offese e ingiurie e aggredita fisicamente anche davanti al figlio. Hanno deposto ieri mattina i coniugi di origine straniera protagonisti di un caso di maltrattamenti in famiglia. Nel 2013 la moglie ha denunciato il marito (ora diventato ex) accusandolo di lesioni e maltrattamenti, in seguito a diversi episodi che sono stati anche refertati dai medici del pronto soccorso. I fatti si riferiscono ad un arco temporale di alcuni anni, all’interno di una coppia giovane e con una larga e presente parentela, parte della quale ha testimoniato ieri dopo la moglie e il marito.

La donna, dal carattere vulcanico ma al tempo stesso impaurita, ha raccontato gli episodi chiave della denuncia e dell’indagine che hanno portato il marito a processo. In realtà di recente la parte offesa ha ritirato la querela, spiegando di voler dimenticare la vicenda e di non voler fare danno all’ex marito, ma il processo prosegue comunque per la gravità delle accuse. L’uomo avrebbe percosso, in più occasioni, la moglie e in un caso (nel novembre 2013) l’avrebbe aggredita fisicamente davanti al figlio minore prendendola per il collo e poi schiaffeggiandola ripetutamente, tanto da causarle numerose contusioni e un problema ad un occhio con una prognosi di dieci giorni. Inoltre all’uomo vengono contestati anche offese dell’onore e del decoro, oltre all’imposizione di un regime di sudditanza domestica. Era il marito a decidere come poteva vestirsi la moglie, che lavorava in un locale pubblico e che veniva soggiogata con la minaccia di ottenere il divorzio in Albania. L’ubbienza, infatti, sarebbe stato l’unico modo per continuare a restare sposata e ad avere una tranquillità economica. Le prepotenze fisiche e psicologiche pare fossero numerose, tanto da ridurre la donna in uno stato di prostrazione. «Ignorante, psicopatica, sei una donna e quindi devi tacere, devi sottometterti all’uomo e non puoi parlare» erano le frasi pronunciate dal marito, secondo l’accusa.

Per la difesa, invece, la situazione è diametralmente opposta: marito e famiglia di lui adoravano la ragazza e l’hanno sempre trattata come una figlia e con grande rispetto. Lei però rispondeva con comportamenti aggressivi e si dimostrava scontrosa con tutti, a partire dai clienti del bar dove lavorava. Secondo i parenti del marito, la donna spesso lo maltrattava e gli impediva di uscire a cena se lei non poteva essere presente perché doveva lavorare.

Il processo, presieduto dal giudice Antonella Coniglio, pm Sandra Rossi, è stato aggiornato al 16 novembre.

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