Seicento consiglieri e sindaci alle urne
BELLUNO. In 609 (84%) tra consiglieri e sindaci bellunesi hanno varcato la soglia di Palazzo Piloni, dalle 8 alle 20 di ieri, per votare il presidente della Provincia e scegliere dieci consiglieri tra i sedici candidati delle due liste presentate. Una affluenza decisamente buona, come si era visto fin dal mattino quando si sono formate delle file davanti alle due cabine elettorali allestite nella sede provinciale. Fino a mezzogiorno è stato un via vai continuo, molto informale. Parecchi consiglieri sono arrivati con le famiglie, bambini compresi.
Sono stati 30 i consiglieri di Palazzo Rosso che hanno votato (su 33), 15 quelli feltrini (su 17). Qualcuno, tra i 725 che avevano diritto di voto, ha preso solo la scheda del consiglio, rifiutando quella per votare il presidente. Molti i commenti fuori dalla sala del voto e attorno alla sede della Provincia, sia riguardo al voto, ma anche alle trattative delle scorse settimane e al futuro.
«Io avrei eliminato le Regioni, non le Province» è l’opinione di Luciana Furlanis, sindaco di Cibiana, candidata nella lista ispirata dal Bard (Consiglieri per l’autonomia). «Spero che l’ente Provincia si rafforzi, in modo da avere strumenti per intervenire veramente sul territorio». È nata in provincia di Venezia, il sindaco di Cibiana e «proprio per questo vedo ancora di più le differenze e i disagi del vivere in montagna. C’è molto lavoro da fare e nessuno ha detto che sia un impegno facile. Se ho accettato di far parte di una lista, è stato per rimboccarmi le maniche».
E all’accusa di aver scelto di entrare nella seconda lista «rompendo» in un certo senso il patto tra sindaci, la Furlanis ribatte: «Spesso sono stata avvertita delle riunioni a poche ore dal loro svolgimento. Ho un’azienda agricola e un lavoro in un ristorante, e non sempre ho potuto essere presente. Ma mi sono tenuta sempre molto informata e non mi sembrava che ci fosse poi quella unanimità che veniva sbandierata. Ecco perchè ho deciso che bisognava dare la possibilità di scegliere».
Anche Alessandra Buzzo si era messa in gioco contro la lista unitaria. «Anche adesso non condivido molte cose sulla modalità di gestione della questione provincia». Non vuole però entrare in polemica, nel giorno del voto: «Mi aspetto che presidente e consiglio lavorino, e lavorino bene, non per i politici ma per i cittadini».
«Dare concretezza e importanza al ruolo della Provincia» è anche l’obiettivo di Roberto Padrin, indicato come un possibile vice presidente (se questa carica verrà assegnata). «Dopo tre anni di commissario, c’è questa opportunità, che andava colta. La legge può piacere o non piacere, intanto io vedo una bella partecipazione». Certo, ora è una questione di risorse da trovare ed è tempo di far sentire la voce dei bellunesi. «Dobbiamo dare attuazione alla specificità, e rimettere in moto una macchina da troppo tempo ingessata» continua Padrin. «Daniela Larese Filon ha competenze ed esperienza specifica in Provincia. È questo il vantaggio di partire con lei alla guida».
Vania Malacarne, a lungo indicata come possibile presidente, commenta: «Non mi sento scaricata, le circostanze hanno consigliato altre scelte. C’è stata la possibilità di fare una lista civica provinciale, che è stata chiesta anche dalla società civile e che alla fine è stata poco difesa perfino da chi l’aveva chiesta».
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