Sempre più bellunesi allergici ai pollini In calo i casi di asma
BELLUNO. Sempre più bellunesi sofforno di allergia. Ma per fortuna con un livello di gravità che non arriva a quello massimo dell’asma.
I sintomi maggiori, che si riscontrano anche nelle nuove generazioni, sono quelli di una sensibilizzazione ad alcuni pollini che portano a riniti allergiche, cioè al classico naso che cola e agli starnuti. «Le riniti allergiche si riscontrano sul 30-40% della popolazione, mentre l’asma sintomatica colpisce solo il 10% dei giovani bellunesi; e si scende al 5% nella popolazione adulta», precisa il primario dell’unità operativa di pneumologia del San Martino, Rodolfo Muzzolon.
Reparto che vede ogni anno 600 ricoveri e oltre 9 mila prestazioni ambulatoriali tra visite e spirometrie. «Le forme allergiche compaiono intorno ai tre anni e possono continuare per tutta la vita. Possono insorgere anche in età adulta, anche se l’allergia infantile-adolescenziale è quella più diffusa». La causa di questo incremento «secondo la teoria igienista prevalente è da ricercare nell’eccessiva igiene che altera il sistema immunitario e fa sì che l’organismo non riconosca i pollini».
Le insufficienze respiratorie da fumo. Una patologia in crescita è l’insufficienza respiratoria da fumo. Colpisce le persone dai 60 anni in su, con 20-30 anni di tabagismo alle spalle. «Si tratta di una patologia molto invalidante, che cerchiamo di curare e tenere sotto controllo per garantire al paziente una qualità di vita accettabile. Certo è che prima uno smette di fumare, minori sono i danni ai polmoni. Per questo stiamo lavorando molto anche sul fronte della prevenzione, con appositi corsi», sottolinea Muzzolon.
La Sla. Incremento nel territorio dell’Usl 1 anche di una patologia neurodegenerativa come la sclerosi multipla amiotrofica, in sigla Sla. «L’incidenza di questa malattia è di circa 5-10 casi ogni 100 mila abitanti», spiega Muzzolon. «Essendo una patologia che compromette anche la funzionalità muscolo-respiratoria, come Usl abbiamo adottato un percorso etico che permette al paziente con Sla conclamata di decidere quali interventi clinici gli vengano praticati in caso di un peggioramento delle sue condizioni. È un percorso che tutela la scelta della persona qualunque essa sia. Ad oggi il 50% dei pazienti chiede che non gli sia praticata la tracheotomia. Un dato, questo, che è in aumento».
Tubercolosi e fibrosi idiopatica polmonare. Sono una quindicina i casi di tubercolosi curati ogni anno in pneumologia, e si tratta per lo più di una Tbc di ritorno, in poche parole colpisce chi l’aveva già avuta. Preoccupa, però, l’incremento della fiborsi idiopatica polmonare, una patologia subdola, che si manifesta con respiro corto e tosse secca soprattutto nei maschi tra i 60-70 anni e che colpisce 5 persone ogni 100 mila. Si tratta di una malattia con un processo lento d’esordio, ma che ha nella maggior parte dei casi una prognosi severa con molti casi di mortalità. (p.d.a.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi