Sempre più incidenti in agricoltura

Ieri la Giornata nazionale delle vittime di infortuni sul lavoro celebrata dall’Anmil

BELLUNO. È l’agricoltura il nuovo fronte per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. I dati in questo campo preoccupano, anche nel Bellunese. Nel corso degli ultimi mesi ci sono stati molti e gravi incidenti, soprattutto per il ribaltamento di trattori.

«D’altra parte i nostri mezzi agricoli si spostano su terreni pendenti e le possibilità di incidenti sono superiori alla pianura», spiega il presidente provinciale dell’Anmil, l’associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi per lavoro, Giuseppe Migliorini.

Ieri si è svolta la 63esima giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro.

Dopo la celebrazione della messa nella chiesa di San Rocco, i soci dell’Anmil e le autorità hanno percorso le vie del centro fino al monumento in piazzale Battisti dove è stata deposta una corona di alloro.

Quindi la cerimonia civile nella sala Muccin. Qui sono stati esposti sia i dati degli infortuni sul lavoro, sia le problematiche che gli infortunati si trovano ad affrontare, a volte una vera battaglia per vedere riconosciuti i propri diritti sia sociali, che economici.

In Italia nel corso del 2011 ci sono stati 866 morti sul lavoro, nel 2012 sono scesi a 790 e sono stati denunciati 750.000 infortuni che hanno dato luogo a ben 40.000 invalidità permanenti. Quasi misconosciuto ma importante è anche il numero dei decessi per malattie professionali, ben 396 e solo per le malattie denunciate nel corso del 2012, mentre sono 1187 i decessi per le malattie denunciate negli anni precedenti.

L’agricoltura, si diceva. Come sottolinea il presidente provinciale dell’Anmil, non ci sono soltanto gli infortuni per ribaltamento dei mezzi agricoli, ma anche le malattie che derivano dallo scarso utilizzo di oggetti per la prevenzione, ad esempio nell’uso dei diserbanti. «Manca una forma mentis della prevenzione» spiega Migliorini «che in agricoltura ancora non si è formata».

Si parla, a livello nazionale, di un calo del 28 per cento dei morti sul lavoro tra il 2008 e il 2012, legato in modo particolare alla crisi economica, all’alta disoccupazione, alla chiusura di tante fabbriche.

«Bisogna stare attenti, però» aggiunge Migliorini «non vorrei che in qualche caso la crisi diventi una scusa per assumere qualche straniero in nero».

La prevenzione ha sicuramente avuto un ruolo importante nella riduzione degli infortuni, una cultura più radicata, una attenzione precisa da parte delle associazioni e dei sindacati. «La politica invece ha fatto poco» critica il presidente dell’Anmil.

L’associazione è impegnata da sempre nella difesa degli invalidi e dei loro diritti: «I lavoratori hanno ottenuto molti diritti, che spesso non vengono messi in pratica; non vengono riconosciuti pienamente agli invalidi i benefici economici di cui avrebbero bisogno e che sono previsti dalle norme».

In occasione della Giornata nazionale, è giunto all’Anmil anche il messaggio del Capo dello Stato Napolitano che ha ricordato come sia necessario non abbassare la guardia «su quella che continua a rappresentare una drammatica piaga sociale». Secondo la presidente della Camera Boldrini, il fenomeno degli infortuni sul lavoro conserva dimensioni inaccettabili in un Paese civile.

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