Sentieri come una giungla scoppia la protesta sul Colle
BELLUNO
La situazione dei sentieri sul Nevegal è di emergenza. L’erba è talmente alta che i turisti arrivano, la osservano con quel misto di stupore e rassegnazione, e se ne vanno. «Ormai c’è un metro e 20 di erba, il Comune dica se riesce o meno a pulire i sentieri, ma la smetta di fare promesse se poi non le mantiene». Non ci ha girato tanto attorno Checco Zaino, che sul Colle gestisce un b&b.
Il problema delle manutenzioni dei sentieri è emerso con forza durante la riunione organizzata ieri alla pizzeria Dal Bo dagli operatori e da alcuni residenti, presenti rappresentanti del Comune di Belluno (gli assessori Ganz e Bogo), dell’Unione montana (l’assessore Marta Viel e il tecnico Piero Da Ronch) e Irma Visalli in qualità di moderatrice.
Il problema investe tre ambiti: la competenza, la volontà e quello economico. Tutti gravi in egual misura. Perché innanzitutto bisogna capire di chi è la competenza della pulizia. Non dell’Unione montana. Non del Cai (i sentieri del Colle non sono in gestione al Club alpino). Non del Comune. Che, però, potrebbe pulirli, per valorizzarli da un punto di vista turistico. «Allora la questione è di volontà», hanno detto le operatrici del rifugio Bristot e dello Slalom.
«La competenza è dei proprietari dei terreni», ha spiegato Da Ronch. E infatti l’Um ha sfalciato Pian Longhi, di sua proprietà. È in corso la mappatura dei sentieri, ma ci vorrà tempo e il problema è contingente, ha evidenziato Visalli.
Per la prima volta da tempo, chi ha un’attività sul Nevegal rema nella stessa direzione degli altri. O, per dirla con la metafora usata dalla Visalli, «il Nevegal è un cervello in cui tutte le rotelle si muovono nella stessa direzione. Serve però che la parte pubblica faccia la sua parte». L’assessore Giannone (ieri assente, ed è stato fatto notare, come non è passata inosservata l’assenza del sindaco che ha la delega al turismo) si era impegnato a fare tre sfalci nel piazzale in estate. Il primo è stato fatto all’inizio di giugno, poi più nulla. «Se l’amministrazione non riesce a pulire il territorio, perché non ha soldi o personale, almeno lo dica che ci arrangiamo», ha detto Checco Zaino.
Le associazioni del Colle sono disposte a impegnarsi. Ma servono le autorizzazioni, per non rischiare una multa. E magari un contributo economico, perché la miscela per i decespugliatori non è gratis. «Ma quanti soldi ci vorranno? Cinquemila euro?», ha detto allora Gianni Pastella di Vivaio Dolomiti. «Se un Comune non riesce a trovare cinquemila euro...». Anche gli operatori sono rimasti perplessi. La loro disponibilità a pulire il territorio c’è, quello che chiedono è collaborazione.
L’Unione montana fino a 5 anni fa dava un contributo a chi si prendeva cura del territorio. Oggi non ha più risorse. Sono anni duri, per tutti. Checco Zaino ha suggerito di non versare la tassa di soggiorno e di usare le risorse per pagare la miscela. Una provocazione, che però dà il senso dell’esasperazione. Gli assessori Ganz e Bogo hanno dato le risposte che potevano, visto che le manutenzioni non rientrano nei loro referati.
Alla fine si è deciso di agire: oggi partirà una mail all’indirizzo del sindaco, con la richiesta di preparare una convenzione. In fretta. «La copertura economica, per le urgenze, si trova», ha chiuso la Visalli. «Servono tempi certi, va risolta un’emergenza». Prima che finisca l’estate. —
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