Sentiero del papa, martedì l’inaugurazione
Un calendario ricco di celebrazioni trent’anni di distanza dalla storica passeggiata a Costalta
SAN PIETRO DI CADORE. L’11 luglio, alle 16.30, sarà inaugurato il sentiero di san Karol Wojtyla. È previsto anche il percorso della via fino a località Varlonge e ritorno, con sosta davanti all’edicola commemorativa. Alle 18.30 si terrà la santa messa concelebrata da monsignor Giorgio Lise ed altri parroci, con canzoni del Coro Peralba. Alle 21 serata di canzoni, immagini e racconti a cura del Gruppo musicale di Costalta nella Stua Cultural.
Il 12 luglio alle 9 partirà la passeggiata-pellegrinaggio da Costalta a Pra Marino, in Val Visdende. Alle 11 la messa nella chiesetta della Madonna della neve in ricordo della celebrazione di papa Giovanni Paolo II il 12 aprile 1987. Sarà l’occasione per ascoltare da don Lise, oggi arcidiacono di Agordo, all’epoca segretario del vescovo Ducoli ed anima dell’organizzazione del soggiorno pontificio, i più interessanti inediti della visita di Wojtyla.
Tra i promotori delle passeggiate che hanno il respiro del pellegrinaggio c’è Lucio Eicher, testimone allora delle sorprese pontificie. «Era l’11 luglio 1987. Una splendida giornata di sole, di quelle che fanno seccare il fieno nei prati sfalciati da poco. Sulle distese vicine al bosco, nel pendio su cui il paese di Costalta vede il sole tramontare, c’era un brulichio di persone che raccoglievano il fieno e preparavano i fasci da portare nei fienili» racconta Eicher, «all’improvviso si videro alcune persone uscire dal bosco e scendere per il prato avanzando tra l’erba. Benché ci fosse chi protestava perché costoro rovinavano il manto erboso che attendeva lo sfalcio, la sorpresa fu nel vedere questo gruppo avvicinarsi ad un fienile e poi un uomo vestito di bianco avviarsi sul sentiero con un bastone in mano, seguito dagli altri compagni, e fermarsi a salutare la gente al lavoro». Era il papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, che tornava da una camminata sul Monte Zovo ed era atteso per il pranzo nella canonica di Costalta, ospite del vescovo di Belluno, Maffeo Ducoli. «Ai contadini sparsi sui prati sembrava di sognare: il papa di Roma tra di loro sui pendii di Barche. Ai primi che il papa salutò e benedì sembrava di aver ricevuto un secchio d’acqua addosso. E poi dai prati più lontani tutti si rendevano conto di quanto stava accedendo. La gente abbandonava i rastrelli e si affrettava a correre incontro al papa. Ed egli si fermava a parlare con tutti. E continuava a scendere sul sentiero, figura di pastore in testa ad una processione che si ingrandiva dietro di lui».
Come un fulmine, la voce che il papa scendeva a piedi dall’alto del paese aveva fatto tremare le case di Costalta. «Gli anziani correvano in salita come ventenni; le mamme portavano i bambini in braccio a ricevere un bacio dal papa. Negli occhi di tutti si leggeva una meraviglia ed una felicità mai provate. Era il più bel giorno della storia di Costalta. Il papa in via Villa, via De Marco, in piazza Cedanova, dove s’era riunita una folla di paesani, che battevano le mani al ritmo del cuore stupito, mentre le campane suonavano a concerto per accompagnare la gioia delle persone di fronte ad un avvenimento che sembrava un miracolo».
Tutti accompagnarono papa Wojtyla fino nei pressi della canonica, dove egli mangiò sul terrazzino ad ovest, che guardava i profili delle montagna del Comelico. Le signore che prestavano servizio durante le vacanze del vescovo Ducoli avevano preparato polenta e goulasch, con verdure fresche dell’orto, e come dolce una focaccia della tradizione di Costalta. Mentre il papa ed il segretario, Stanislao Dziwisz, mangiavano con il vescovo Ducoli ed il segretario, Giorgio Lise, sul prato attiguo al terrazzo si avvicinarono due giovani fidanzati e Giovanni Paolo II li salutò benedicendo il futuro matrimonio. Dopo pranzo il papa si ritirò per riposare in una delle camere della canonica ed intanto la gente si affollava sempre più numerosa nei dintorni della chiesa parrocchiale. «Verso le cinque del pomeriggio il papa uscì dalla canonica ed entrò in chiesa per pregare e fece un breve discorso sul tema delle bellezze del creato e della grandezza del creatore. E pronunciò le parole che molti hanno ricordato per anni: “Oggi Roma è a Costalta”. Quella sera di luglio sembrava che a Costalta nemmeno il sole volesse tramontare».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video