Sentinelle contro gli incendi nei boschi

La Regione dichiara lo stato di “grave pericolosità” a causa di siccità e vento, roghi vietati ovunque

BELLUNO. Massima allerta per il rischio di incendi in provincia di Belluno. La siccità delle ultime settimane, unita al vento che favorisce il propagarsi di roghi, ha fatto scattare il campanello d’allarme nella sede della direzione regionale della Protezione civile - Servizio anti incendi boschivi. Venezia ha dichiarato lo stato di “grave pericolosità” per i territori comunali a rischio delle province di Belluno e Treviso.

Un atto che nasce da un’attenta osservazione del territorio e che porterà nei prossimi giorni ad intensificare i controlli tramite i volontari specializzati delle squadre della Protezione civile. Circa mille persone in tutta la regione che mettono a disposizione tempo e competenze per evitare che il fuoco distrugga i boschi veneti unendo le forze con i vigili del fuoco, che offrono un soccorso di tipo tecnico in caso di urgenza.

Una volta dichiarato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi, vengono meno tutte le autorizzazioni che i Comuni emettono in deroga alle leggi vigenti. Sono quindi vietate tutte le azioni che potrebbero, anche solo in modo potenziale, innescare un incendio. «Fino alla comunicazione di revoca» spiega una nota della Regione, «sono pertanto vietate tutte le operazioni che possono creare pericolo o possibilità di incendio in aree boscate, cespugliate o arborate, e comunque entro la distanza di cento metri dai medesimi terreni». Le sanzioni possono arrivare a diecimila euro.

Non è la prima volta, quest’anno, che viene dichiarato lo stato di grave pericolosità. Il provvedimento viene preso o revocato a seconda delle condizioni climatiche e del terreno. Negli ultimi giorni l’indice di pericolo si è innalzato e la Regione ha deciso di alzare il livello di attenzione.

Prevenzione, dunque, come arma contro gli incendi. Non solo vietando situazioni pericolose - basta una favilla portata dal vento a mandare in fumo ettari di bosco - ma anche grazie a delle “sentinelle” a difesa del verde montano. Nel fine settimana saranno infatti in azione le squadre di volontari della Protezione civile specializzate nella ricognizione e nel trattamento degli incendi boschivi. Un servizio coordinato dall’unità organizzativa Forestale Est che organizza il lavoro dei volontari impegnati nella ricognizione del territorio. «L’incendio di tipo naturale non esiste» ricorda il Servizio anticendi boschivi della Regione, «l’unico incendio da cause naturali è quello causato dal fulmine, in tutti gli altri casi c’è la mano dell’uomo». (v.v.)

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